Intesa Sanpaolo ha collocato sul mercato una nuova emissione obbligazionaria denominata in dollari; il rendimento eccezionale getta alcune ombre sulla tenuta del sistema italiano.
Tra i pilastri del sistema bancario italiano banca Intesa ha in questi giorni collocato un’emissione in due tranche. La prima riguarda un Senior Preferred a 3 anni bullet, la seconda è invece un Senior Non Preferred a 11 anni.
Il valore nominale dei titoli rispettivamente di 750 milioni 1,25 miliardi di dollari sono oggi quotati sul mercato Usa. Gli investitori ottengono rendimenti lordi cedolari dal 7 fino al 8,24%.
L’emissione è destinata a fare parlare di sé non solo per il costo del rischio pagato agli investitori, ma soprattutto perché esso pur sul mercato statunitense e canadese, si riferisce al sistema Italia. Secondo S&P Global Ratings il contesto economico italiano si trova vicino a una potenziale recessione; nel dettaglio le imprese italiane stanno aumentando i ricavi, pari al 5%, quasi solamente per la continua trasmissione dell’inflazione sui costi finali.
Gli elevati costi energetici sono un problema chiave per le aziende italiane con il 75% di esse che si conferma stabile secondo l’analisi dell’agenzia di rating; la motivazione è la resilienza del credito che può ora compensare i costi dell’energia. Solo per avere un esempio nel 2022 il gas è arrivato a costare il quintuplo rispetto al 2019.
L’Italia assieme alla Germania è tra i più vulnerabili a uno shock dell’approvvigionamento di gas. Da questo dipende per il 51% la produzione di energia elettrica nel nostro Paese.
L’agenzi di rating crede che tutti i settori ad alta o moderata intensità energetica subiranno una sostanziale pressione sui margini nel 2022-2023, indipendentemente dal trasferimento dei costi. Con il persistere di tassi d’interesse elevati le imprese già indebitate vedranno i propri coefficienti del debito peggiorare in modo significativo nei prossimi anni. Il pericolo di grossi crediti deteriorati per le banche non è da tenere in considerazione.
Mentre il FTSEMIB ha vissuto una settimana di crescita mettendo a segno l‘ottavo rialzo consecutivo, arrivando ai massimi di fine maggio, la tendenza rialzista è un segnale positivo da contestualizzare.
Si è chiuso con ordini pari a 5,428 miliardi di euro il collocamento della diciottesima emissione del Btp Italia. Il risultato è di poco inferiore alla precedente emissione in cui gli investitori al dettaglio avevano investito sul titolo indicizzato all’inflazione circa 6 miliardi complessivi.
I dati sull’inflazione in Europa continuano a crescere; l’ultimo dato inglese di ottobre vede un’accelerazione oltre le attese al +11,1%, rispetto al 10,1% precedente. Sale il gas e frena il petrolio. Le preoccupazioni maggiori sono legate alla minore domanda cinese. Questo fattore ha superato in ordine di importanza le preoccupazioni per un’escalation delle tensioni geopolitiche.
Il Gas europeo è salito fino a 124 euro per Kwh vicino al livello guardia dei 130 euro, l’aumento ciclico della domanda è dovuta all’aspettativa di un maggior consumo per l’inverno. Va in questa direzione la scelta dell’esecutivo di confermare l’obiettivo di deficit per il 2022 pari al 5,6% del Pil utilizzando una quota maggioritaria dello spazio di bilancio, di circa nove miliardi, per la mitigazione del costo dell’energia.
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