.Chi ha ancora i soldi depositati sul conto corrente ma desidera investire esistono oggi opportunità semplici e molto remunerative.
Se si guarda ai rendimenti lordi delle ultime aste di Bot, Cct e Btp si nota il grande incremento raggiunto dai rendimenti.
Questi titoli possono costituire una soluzione ai risparmi se si vuole evitare di lasciarli completamente esposti all’erosione dell’inflazione e sfruttare i prossimi rialzi dei tassi. Ulteriori rialzi sono attesi nei prossimi mesi, per gli obbiettivi della BCE l’inflazione si mantiene su un livello troppo elevato. La politica monetaria si sconta così anche sul rendimento dei titoli sovrani, già da qualche mese prevedibilmente in rialzo.
Una conferma che l’inflazione ha posto fine all’epoca dei rendimenti negativi viene anche dalle obbligazioni come Buoni Fruttiferi Postali; questi hanno rinnovato l’offerta con rendimenti accresciuti per rimanere competitivi in un mercato a rialzo. Un Buono 3 anni Premium ha un rendimento a scadenza dell’1,5%, altri titoli come il Buono 3×2 prevede un tasso dello 0,75% annuo alla fine dei primi tre anni e poi l’1,75% annuo fino alla scadenza.
Tra gli altri Buoni fruttiferi aumentano i rendimenti anche per i titoli con rimborso superiore a 10 anni. Il Buono 3×4 ha una durata di 12 anni con un interesse che varia dallo 0,75% iniziale fino al 2% verso la fine dell’investimento. Anche il Buono 4×4 oggi assicura rendimenti fino al 3% lordo.
Con i mercati che scontano in anticipo la normalizzazione della politica monetaria, i prezzi di mercato sempre più bassi in corrispondenza di più alti rendimenti rappresentano un’occasione di ingresso a mercato. La convenienza ad acquistare oggi obbligazioni dipende dalla modalità di erogazione dei rendimenti e dal rischio di solvibilità dell’emittente. Le obbligazioni come i BTP danno una cedola variabile a scadenze regolari, con un rimborso del capitale investito soltanto a scadenza.
Differenza tra i rendimenti dei Buoni Fruttiferi, Fondi comuni ed ETF
Diversamente i Buoni Fruttiferi offrono rendimenti prestabiliti che variano con l’aumentare del periodo di investimento e danno un rimborso del capitale in qualsiasi momento si decida di chiudere l’investimento. Fondi comuni o Etf offrono il vantaggio di un’ampia diversificazione, la possibilità di uscire dal mercato sfruttando la maggiore volatilità ma con un rischio più marcato di solvibilità dell’emittente.
Per chi acquista direttamente obbligazioni a tasso fisso come un Btp e le detiene fino a scadenza, il calo dei prezzi di mercato non rappresenta un problema. Diversamente per chi orientato a un trading attivo sulle obbligazioni e ha intenzione di sfruttare sul breve termine le variazioni di prezzo, dovrebbe preferire titoli con performance come i fondi comuni o gli ETF.
Con un’inflazione prevista nel 2023 e nel 2024 rispettivamente del 3,6 e del 2,1% l’alternativa per garantire un porto sicuro e un minimo di rendimento per i prossimi 12 mesi sono i conti di deposito. Questo tipo di investimento è tra i più sicuri; dedicato a chi non pretende un profitto eccessivo ma vuole ottenere la comodità di un conto corrente con la possibilità di sfruttarne gli interessi.
Rendimenti del Conto deposito e BTP alternativi denominati in dollari
In questo periodo un conto deposito a 12 mesi offre un rendimento netto di circa 1,5% l’anno. Se paragoniamo questo a un BTP con scadenza a 12 mesi, otterremo con un acquisto sopra la pari, ad esempio il BTP con scadenza 1° agosto 2023, un rendimento netto a scadenza dell’1%. Naturalmente conoscere le condizioni che il mercato può offrire tra sei mesi o un anno costituisce l’incertezza che fa la differenza tra la scelta di un rendimento garantito e di uno variabile.
L’ultima alternativa da prendere in considerazione sono le emissioni di Titoli di Stato come i BTP ma denominati in dollari. Tra i titoli sul mercato c’è ad esempio il BTP con scadenza a giugno 2023 e ISIN US465410BG26.
Il titolo prevede un investimento minimo di 1000 dollari con una cedola annuale che vale il 5,375% all’anno. La differenza con le altre obbligazioni in questo caso si gioca tutta sul rischio cambio tra Euro e Dollaro. Questo può incrementare, a seconda delle future condizioni di mercato e della stabilità finanziaria dell’Ue, l’effetto finale del prezzo di rimborso e delle cedole.