Sono diversi nel mondo i progetti già avviati per costruire entro il prossimo decennio la città del futuro. Ecco come creare correttamente un portafoglio ecologico e distinguere gli asset con criteri ESG.
Il rapporto del Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico ha già anticipato quelle che saranno i risvolti eccezionali del clima sulla stabilità economica politica attesa per il prossimo futuro.
In risposta a questo mutamento già diverse amministrazioni pianificano di raggiungere la neutralità ecologica intervenendo in contesti regionali, ma alcuni casi anche cittadini. È il caso ad esempio di Los Angeles nella quale si è votato nel 2021 affinché la metropoli si alimenti completamente di energia pulita entro i prossimi 13 anni.
Questo significa che entro il 2035 Los Angeles sarà uno dei primi esempi nel mondo a raggiungere gli obbiettivi ecologici. L’orizzonte temporale è stato accorciato di quindici anni rispetto agli obbiettivi nazionali presentati dal Presidente Joe Biden. Per arrivare a questa decisione il Consiglio cittadino ha votato all’unanimità il complesso piano per modificare le infrastrutture urbane e produttive che alimentano una delle più moderne metropoli.
Gli investimenti e i progetti per rendere ecosostenibile Los Angeles
Un piano ambizioso che sarà pioniere nell’attuare un modello di sviluppo ecosostenibile. Il piano potrà essere sostenuto solo attraverso investimenti considerevoli. Il Rapporto del National Renewable Energy Laboratory è dedicato alla ricerca e allo sviluppo sulle energie rinnovabili negli USA. Esso calcola che il costo per la città potrebbe oscillare tra 57 e 87 miliardi di dollari. Una cifra considerevole che avrà bisogno di essere sostenuta non solo dal governo federale ma anche da investitori privati. I fondi saranno destinati a migliaia di progetti che necessiteranno di manodopera e tecnologia. Questi potranno creare almeno 9500 posti di lavoro che garantiranno sul lungo periodo le esigenze di manodopera del nuovo sistema energetico cittadino.
L’occasione per cambiare il futuro di Los Angeles arriva al termine di un’estate durissima in cui la California è riuscita con molta difficoltà a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. In particolare siccità e incendi, che hanno manifestato quali potranno essere i problemi ricorrenti anche per la città californiana.
Il vantaggio economico e sociale di contribuire allo sviluppo sostenibile con gli ESG
I nuovi modelli di sviluppo in correlazione agli investimenti ESG porteranno lavoro, ma anche più sicurezza e salute, sia sul breve che sul lungo termine. Secondo le analisi raccolte nel Rapporto firmato dal National Renewable Energy Laboratory nel 2045 il risparmio annuale in termini di riduzione dei costi legati alla salute, dovuta anche il miglioramento della qualità dell’aria, raggiungerà 1,4 miliardi di dollari.
Anche la Cina, nell’ottica dello sviluppo e della modernizzazione della sua economia e delle sue infrastrutture, punta alla neutralità nelle emissioni inquinanti. L’economia più avanzata dell’oriente sta già portando avanti progetti per la costruzione di smart city sostenibili ed efficienti che cambieranno ancora una volta il volto di molte città cinesi.
Un esempio tra queste è Xiang’an. La prima città intelligente cinese, che integra trasporti, infrastrutture e tecnologie. Il fine è quello di rappresentare un modello di ecosostenibilità, in grado di ospitare due milioni e mezzo di abitanti entro il 2030. È proprio all’interno di questo scenario che si inseriscono gli investimenti ESG e l’attenzione degli investitori a quelli che sono gli standard dei titoli nel loro portafoglio.
Le opportunità di un portafoglio ESG. Come riconoscerli?
Il più grande rischio per l’economia oggi e una delle maggiori opportunità per i mercati finanziari è proprio il cambiamento climatico. Se in passato le attività a danno dell’ambiente e dell’atmosfera potevano essere oggetto di critiche, oggi sono sanzionate da politiche che ne limiteranno progressivamente la presenza.
In questo senso è necessario capire come costruire un portafoglio ESG. In considerazione del valore sempre maggiore che questa variabile avrà sul peso economico dei titoli in portafoglio, entra in gioco la normativa europea. La SFRD Acronimo di Sustainable Finance Disclosure Regulation, classifica con una tassonomia i fondi che promuovano caratteristiche ambientali o sociali e che hanno un obiettivo di investimento sostenibile.
Per i risparmiatori è un primo livello di informazione. Esso però non basta per decidere quali strumenti possono soddisfare la volontà di investire prestando attenzione alle ricadute ambientali, sociali ed etiche del proprio finanziamento. Il problema oggi ancora presente è quello che il rating ESG è stilato secondo parametri diversi a seconda dell’agenzia presa a riferimento.
È possibile valutare le ricadute ecologiche dei titoli di Stato?
In questo senso a eccezione delle obbligazioni societarie, le cui attività sono molto più facilmente definibili, la valutazione ESG dei titoli di Stato presenta diversi ostacoli. Le emissioni governative non sono infatti garantite dalla trasperenza di tutte le attività economiche esposte a settori come le fonti fossili o gli armamenti.
Esistono tuttavia eccezioni e titoli creati appositamente per creare un vantaggio rispetto ai titoli azionari od obbligazionari societari. I green e social bond ad esempio permettono di finanziare progetti ambientali o sociali in modo diretto. Tra questi il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento dei processi produttivi, delle infrastrutture e dei trasporti. Oltre a ciò è presa in considerazione la produzione di energia da fonti pulite e la riduzione delle emissioni delle aziende che non possono modificare la propria politica industriale.
Secondo il Climate Bond Initiative, il mercato delle obbligazioni verdi può arrivare a valere oltre 1000 miliardi di dollari. L’ organizzazione internazionale senza scopo di lucro è impegnata a mobilitare il mercato obbligazionario globale a sostenere progetti ecologici. Negli anni ha visto crescere esponenzialmente il volume delle emissioni di queste obbligazioni, arrivate nel 2021 a 290 miliardi.
Come distinguere i criteri ESG di un fondo di investimento?
Un altro limite dei criteri ESG è quello di non potere considerare fondi di investimento o ETF legati a una serie di titoli troppo disomogenei. Per esempio gli indici di borsa o altri panieri di titoli. Come assicurarsi che il proprio portafoglio contenga titoli in cui le ricadute ESG siano concretamente calcolate? A questo fine è possibile scegliere un fondo tematico che si occupi in modo diversificato di uno specifico comparto economico.
Al fine di ridurre l’incertezza e stabilire l’equità nei parametri ESG l’Unione europea ha creato gli indici climatici europei. Tramite essi la Commissione ha stabilito una serie di requisiti minimi tecnici per valutare i prodotti di investimento.
Nel benchmark europeo le attività sottostanti sono selezionate in modo tale che le emissioni di gas serra del paniere di riferimento siano allineate con gli obiettivi di lungo termine previsti dall’Accordo di Parigi sul clima. Fa ancora più chiarezza la tassonomia denominata Climate transition benchmark. Qui le attività sottostanti sono selezionate, ponderate o escluse per creare un portafoglio che segua la tabella di marcia di decarbonizzazione, conforme con gli standard minimi stabiliti dal regolatore europeo.
Questa iniziativa permette agli investitori di allineare più facilmente il portafoglio agli obiettivi di lotta al surriscaldamento globale e riducendo il finanziamento alle aziende che cercano di evadere il problema anche con attività meramente pubblicitarie.
Il piano d’azione europeo sulla finanza sostenibile
Prendere in giusta considerazione gli aspetti più concreti dei costi dell’uso di risorse sociali e naturali, permette di incorporare i rischi finanziari materiali ESG, nel processo decisionale di investimento. Sapere come un’azienda gestisce rischi e opportunità finanziarie è un obbiettivo politico che l’Europa ha inaugurato con il Piano d’azione sulla finanza sostenibile. Pubblicato nel marzo 2018, il piano della Commissione Europea delinea le strategia e le misure da adottare per la realizzazione di un sistema finanziario che promuova uno sviluppo autenticamente sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale.
L’UE è impegnata a favore di un cambiamento che soddisfi le esigenze delle generazioni presenti e future. È possibile così creare nel contempo nuove opportunità di occupazione e investimento nonché garantendo la crescita economica.
Il piano contribuisce ad attuare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Esso mira a orientare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva. Gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali.