Con la vittoria del centrodestra alle elezioni le regole sul fisco stanno cambiando e possono continuare a cambiare. È arrivata il 10 novembre l’approvazione del massimale per le spese in contanti.
Approvato il Decreto Aiuti quater contenente le nuove misure a sostegno delle famiglie e delle imprese il tetto massimo all’uso del contante che passa dal gennaio 2023 a 5.000 euro.
La pressione fiscale in Italia ha raggiunto il 43,8% nel 2022, un livello mai toccato in precedenza. Lo segnala l’Ufficio studi della Cgia. In questo contesto il nuovo Governo cerca di legittimarsi lasciando margini di libertà maggiori nelle spese in contati. Si tratta di una misura il cui valore non sembra incidere realmente sulle entrate fiscali.
La pressione fiscale record di quest’anno, non è riconducibile a un aumento della tassazione su famiglie e imprese, ma dall’interazione di tre aspetti congiunturali distinti; questi sono legati all’inflazione che ha pesato sulle imposte indirette e inoltre alle proroghe e sospensioni dei versamenti sbloccati nel 2022.
Ciò che è emerso fino ad adesso è la chiara direzione a distinguersi e lasciare il segno proprio su questo frangente. Il Governo Meloni aveva già annunciato nelle scorse settimane varie anticipazioni sulle misure fiscali al vaglio dei ministri. Nella legge di bilancio le risorse disponibili fanno il paio con la volontà di incentivare il rientro dell’evasione fiscale ma al contempo anche i consumi.
Tra le proposte sicuramente fattibili con cui l’immagine del cambio di governo può aumentare la sua popolarità sul breve termine c’è sicuramente il tetto del contante.
Per quest’anno la soglia entro la quale è possibile pagare o effettuare transazioni in contanti è pari a 2 mila euro. Senza l’attuale intervento questa sarebbe scesa a mille euro. Arriverà invece a 5 mila euro a partire dal 1° gennaio 2023.
Il centrodestra aveva infatti promesso di innalzare il limite alla “media europea”. A oggi questa è di circa 5 mila euro con i Paesi più restrittivi dell’Italia che si concentrano su pochi attori: Grecia con i suoi 500 euro di limite, Spagna, Francia e Romania che consentono una spesa in contanti massima di mille euro. La terza opzione sul tavolo più radicale è invece eliminare del tutto il tetto al contante, ma ciò non è possibile per la natura controversa di una simile manovra. Il limite all’uso del contante è infatti comprensivo delle norme antiriciclaggio.
La prima normativa del 2007 prevedeva nello specifico il divieto di trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, valido sia tra persone fisiche o giuridiche, quando il valore oggetto di trasferimento era pari o superiore a 3.000 euro. Il limite riguarda anche transazioni effettuati con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati.
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