Nuovi BTP a 3, 7 e 10 anni: rendimento straordinario, mai visto prima

Nei giorni scorsi, il Ministero Del Tesoro ha pubblicato le emissioni dei titoli di Stato per il secondo trimestre. Il rendimento cerca di compensare la forte incertezza per l’economia italiana.

Emessi per finanziare la parte di spesa pubblica non compensata dalle entrate fiscali, i Titoli di Stato come i BTP non presentano costi di gestione e hanno scadenze e rendimenti prevedibili.

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Saranno quindi emessi tre nuovi BTP rispettivamente con scadenza a tre, sette e dieci anni. Investire in BTP può essere conveniente in base a variabili come il rischio di creditizio, l’inflazione e il livello dei tassi di interesse. Dal 2011 il rischio per l’Italia dipende in gran parte dalla garanzia offerta dagli acquisti periodici della BCE.

La data di scadenza dei nuovi BTP sono rispettivamente 15/08/2025 per un totale di 9 miliardi di euro. Quelli a sette e dieci anni scadranno invece rispettivamente il 15/06/2029 e il 01/12/2032 per 10 miliardi di euro.

Il collocamento di un BTP avviene mediante asta e si realizza nel mercato primario, in cui è lo Stato a vendere direttamente i titoli. I compratori sono i soggetti autorizzati a partecipare all’asta dalla Banca d’Italia come banche e Sim. I cittadini partecipano indirettamente acquistando il BTP attraverso un intermediario, come una banca.

Nuovi BTP, quello a dieci anni ha oggi un rendimento superiore al 2%

In totale lo Stato si aspetta di ricevere un finanziamento non inferiore a 29 miliardi di euro. Una cifra importante che può arrivare a finanziare quasi la totalità della spesa pubblica di un anno. Queste obbligazioni hanno una durata adatta per chi intende investire sul lungo termine con un profilo di rischio piuttosto basso. I rendimenti attesi sono anch’essi correlati al rischio di insolvenza dello Stato italiano, straordinari rispetto alla media storica ma non sufficienti per coprire l’inflazione.

Il nuovo BTp a 10 anni dovrà evidentemente offrire al mercato un rendimento almeno pari al decennale già in circolazione. Emesso pochi mesi fa con un rendimento dello 0,95% è oggi arrivato data la crisi internazionale in atto, a rendere il 2,20%. Per avere un termine di paragone questo è lo stesso rendimento che in tempi di forte crisi l’anno scorso era associato a un BTP con durata superiore ai 50 anni.

Il 2,20% lordo non è infatti un affare e corrisponde a circa l’1,70% al netto dell’imposta sui redditi e di bollo. In assenza di alternative adeguate alla propria propensione al rischio e alla propria esperienza di trading questa soluzione può comunque garantire la protezione di una parte dei propri risparmi.

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