In questi giorni l’immagine di Trump si aggrava di nuove ombre nella gestione della cosa pubblica nel ruolo di Presidente Usa e in secondo luogo in qualità di imprenditore.
Il magnate del settore immobiliare è recentemente limitato nella sua azione di amministratore in una sentenza che ha messo a vigilare un controllore esterno.
Trump non potrà più condurre liberamente alcun tipo di operazione finanziaria che coinvolga la sua struttura societaria. Secondo l’accusa nel corso degli anni Trump ha fuorviato le banche e altre istituzioni riguardo al valore degli asset dell’azienda, compresi i terreni da golf e gli alberghi che portano il nome dell’ex presidente.
La Trump Organization ha il divieto di vendere o trasferire qualsiasi asset immobiliare senza fornire al tribunale e all’ufficio della Procura un preavviso di 14 giorni. Il controllore esterno, avrà qui il compito di garantire che l’azienda adempia all’ordinanza rendendo inoltre trasparente la propria contabilità interna.
Il giudice ha giustificato la decisione a causa della persistente fuorviante rappresentazione delle finanze della società tra il 2012 e il 2021. Non solo frode bancaria e assicurativa, ma il nome dell’Ex presidente Usa oggi nuovamente pronto a riprendere il Governo del Paese, si è in questi giorni fatto meno gradevole agli occhi dell’opinione pubblica.
Trump è sotto inchiesta anche in Georgia per le sue azioni atte ribaltare il voto in collaborazione con la Russia. Ci sarebbe stato così un intreccio di interessi tra Donald Trump e Vladimir Putin; a svelarlo un’inchiesta del New York Times.
Una campagna presidenziale che diventa sempre meno legittima e rivela la fragilità del sistema elettorale della nazione più importante del mondo in termini di influenza globale. La politica di gestione controversa degli affari di Trump si è specchiata anche in quella del Governo; il patto con la Russia comprendeva da un lato il provvidenziale intervento degli hacker russi a favore della campagna presidenziale 2016. Trump offriva in cambio neutralità a seguito dell’invasione dell’Ucraina, già in programma da allora.
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A luglio 2016 il lobbista e consulente di Donald Trump per la campagna elettorale, incontra il russo che dirige la sede di Kiev della sua società di consulenza. Konstantin Kilimnik, così si chiama il russo, gli parlerà di un piano che prevede tutto ciò che è ora già accaduto in Ucraina. Il Piano Maripul scandisce le fasi fin ora accorse del conflitto; dopo l’invasione, la creazione di una repubblica autonoma nell’Est del Paese presieduta dal filo russo Vyktor Yanukovych che venne però deposto dalle rivolte nel 2014.
Così non tutto è filato liscio; il New York Times che ricostruisce a ritroso la genesi del piano, con documenti che risalgono fino al 2005. Trump presidente ha preso decisioni che alla luce delle rivelazioni prendono un preciso senso: critica la Nato, considera la possibilità di riconoscere la Crimea russa e blocca, infine, gli aiuti militari a Kiev.
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