L’INPS ha disposto un’integrazione che rappresenta una novità pensione minima. Per ottenerla occorre fare domanda entro la fine dell’anno.
Tantissimi pensionati percepiscono una pensione il cui importo è rimasto invariato dalla data in cui è stata liquidata per la prima volta. Tuttavia, ci sono delle prestazioni che permettono di avere un incremento mensile, di cui molti non sono a conoscenza.
Sono migliaia i pensionati che percepiscono una pensione minima e che potrebbero ricevere un’integrazione pari a circa €155.
Per ottenere il suddetto assegno è necessario essere in possesso di determinati requisiti reddituali. L’integrazione non è automatica e prevede la presentazione di una domanda, accedendo al portale INPS.
Oggi scopriremo quali sono i requisiti richiesti per accedere all’assegno e come fare effettuare la richiesta.
Integrazione alla pensione minima: cos’è?
L’integrazione al trattamento pensionistico minimo è un’agevolazione economica che l’Inps riconosce ai cittadini che percepiscono una pensione minima molto bassa.
L’importo del trattamento deve essere al di sotto del cosiddetto minimo vitale che, nel 2022, è stato riconosciuto a 523,83 euro.
L’importo delle pensioni viene periodicamente adeguato in base al meccanismo della perequazione. Generalmente questa integrazione avviene nel corso del primo mese dell’anno.
Per il 2022, si è registrato un incremento degli assegni previdenziali per un’aliquota pari a 1,7%.
Ad oggi il trattamento minimo annuo per il 2022 ammonta a 6.809,79 euro, ripartito in 13 mensilità.
L’importo aggiuntivo: novità pensione minima
L’importo aggiuntivo alla pensione minima è un’integrazione economica che l’Inps riconosce a chi percepisce una o più pensioni di valore inferiore al trattamento minimo.
Di fatto, il concetto di importo aggiuntivo, introdotto dalla legge finanziaria del 2001, è riconosciuto in presenza di determinate condizioni reddituali.
Per accedere a tale integrazione è necessario essere titolari di una pensione erogata dall’INPS. Sono esclusi tutti coloro che ricevono trattamenti assistenziali, ovvero: pensioni e assegni sociali, prestazioni agli invalidi civili.
Inoltre, non rientrano nella categoria dei beneficiari degll’importo aggiuntivo anche coloro che percepiscono pensioni da:
- Dipendenti di enti creditizi
- Dirigenti d’azienda
- Trattamenti non aventi natura di pensione
Come funziona la novità per la pensione minima
Per ottenere il beneficio che serve ad integrare la pensione minima occorre essere in possesso di determinati requisiti reddituali. Tuttavia, l’importo dell’assegno è ricalcolato in base al valore annuale della pensione.
Di fatto, è necessario che il valore complessivo delle pensioni per il 2020 risulti minore o uguale a 6.695,91 euro. In tal caso, il pensionato potrà ricevere l’intera somma dell’importo aggiuntivo.
Per coloro che percepiscono una pensione annua compresa tra 6.695,91 e 6.850,85 euro è prevista l’erogazione di un assegno pari alla differenza tra il valore massimo indicato e l’importo della pensione.
Per quanto riguarda i limiti reddituali necessari per poter accedere all’importo aggiuntivo della pensione minima, questi si attestano al valore di 10.043,87 euro.
Tuttavia, se il pensionato risulta coniugato viene preso in considerazione anche il requisito reddituale del coniuge. Dalla accumulazione dei due redditi, l’importo massimo ammesso per poter accedere all’integrazione della pensione minima è pari a 20.087,73 euro.
Come presentare domanda
In linea di massima l’importo aggiuntivo riconosciuto a coloro che percepiscono la pensione minima, e sono in possesso di limiti reddituali previsti, è corrisposto d’ufficio a dicembre.
Qualora il pensionato ritenga di essere in possesso dei requisiti previsti, egli ha la possibilità di presentare domanda di ricostituzione della pensione. In tal caso, è necessario accedere al servizio on-line offerto dal portale INPS, utilizzando le proprie credenziali.