Ti sei mai chiesto cosa accade quando vendi azioni in perdita e subito dopo ricevi un dividendo? O se quegli interessi che hai guadagnato da un conto deposito possano aiutarti a recuperare le perdite in Borsa?
Potrebbe sembrare tutto parte dello stesso “mondo finanziario”, ma le regole fiscali raccontano una storia diversa. E spesso, proprio nei momenti di panico o incertezza, come è successo a tanti, ci si ritrova con dubbi che sembrano senza risposta. È qui che la differenza tra minusvalenze, dividendi e interessi diventa fondamentale.

È stato un periodo davvero turbolento per chi investe. I mercati hanno mostrato il loro lato più instabile e chi, come qualcuno, si è lasciato prendere dal panico, ha finito per vendere alcune azioni in perdita, cercando di limitare i danni. Una mossa impulsiva, ma comprensibile. Dopo la tempesta, Marco (nome e personaggio immaginario) ha deciso di tenere solo quei titoli che avrebbero pagato un dividendo a breve, convinto che almeno così avrebbe salvato qualcosa.
Eppure, proprio mentre cercava un senso a tutto questo, si è fatto una domanda fondamentale: quei dividendi possono almeno compensare le perdite? E gli interessi che guadagna su un conto deposito, possono aiutare a riequilibrare la situazione?
I dividendi non compensano le minusvalenze: due binari separati
Il primo errore di valutazione, abbastanza comune, è pensare che i dividendi possano essere utilizzati per “coprire” le minusvalenze. Ma non è così. I dividendi, anche se fanno parte dei guadagni da strumenti finanziari, vengono tassati in modo separato e non possono mai essere usati per ridurre le perdite derivanti dalla vendita di azioni o fondi.

Facciamo un esempio concreto. Marco ha venduto titoli con una perdita di 2.000 euro. Poi ha ricevuto 300 euro di dividendi. Ebbene, quei 300 euro verranno tassati al 26% come reddito da capitale. Nessun collegamento con le perdite: i 2.000 euro rimarranno lì, in attesa di essere compensati solo da plusvalenze future, cioè guadagni ottenuti da vendite simili. Se queste non arriveranno nei prossimi quattro anni, le perdite andranno perse anche dal punto di vista fiscale.
Questo meccanismo penalizza soprattutto chi investe senza un orizzonte temporale ampio, e magari decide di vendere per paura o urgenza. Serve una pianificazione consapevole anche solo per sapere come recuperare fiscalmente ciò che si è perso.
Interessi e minusvalenze: quando i conti non tornano
Altro punto spesso frainteso riguarda gli interessi maturati da conti deposito, obbligazioni o strumenti a reddito fisso. Anche in questo caso, parliamo di una tassazione separata. Gli interessi sono anch’essi soggetti a un’imposta del 26%, prelevata alla fonte, e non possono in alcun modo essere utilizzati per compensare minusvalenze.
Mettiamo che Marco incassi 500 euro di interessi da un’obbligazione. Anche se ha registrato una perdita importante vendendo azioni, questi interessi verranno tassati come se nulla fosse. La logica fiscale non consente incroci: interessi da una parte, plusvalenze e minusvalenze dall’altra. È come se fossero compartimenti stagni.
Capire questa divisione è essenziale per non cadere in false illusioni. Se hai registrato perdite, non basta incassare dividendi o interessi per rimediare. Serve strategia, pazienza e conoscenza delle regole.
La finanza personale non è solo una questione di numeri, ma anche di tempi e categorie. Ti sei mai chiesto se la tua strategia di investimento tiene conto di come funziona davvero la tassazione?