Non puoi comprare le azioni dei supermercati: ecco a chi appartengono questi ricchi tesori e perché ti viene impedito

Impossibile acquistare azioni nel settore dei supermercati: in Italia i proprietari scelgono di tenersi lontani dai mercati per una serie di motivi gestionali

Se pensavi di poter investire nelle grandi catene di supermercati italiane acquistando azioni in borsa, ti sbagliavi.

ragazza che guarda lo smartphone al supermercato
Non puoi comprare le azioni dei supermercati: ecco a chi appartengono questi ricchi tesori e perché ti viene impedito -trading.it

A differenza di molte aziende quotate che raccolgono capitali dagli investitori pubblici, i supermercati italiani sono in gran parte controllati da cooperative o famiglie e non hanno intenzione di aprirsi ai mercati finanziari.

Ma allora perché queste aziende, che generano miliardi di euro ogni anno, decidono di tenersi fuori dalle dinamiche di Borsa? Bisogna comprendere ciò che c’è dietro questa scelta: i perché variano infatti da azienda ad azienda, in base alle proprie direttive soggettive e i progetti legati all’espansione del brand, ma di fondo il perché è sempre uno: uno schema solido, strategico-strutturale di governance, ovvero il voler gestire tutto a livello familiare rimanendo fuori dalle dinamiche che seguono il mercato. Ma allora come guadagnano?

Chi possiede i supermercati italiani e perché non sono quotati in borsa

Le catene più importanti del nostro Paese non sono aziende quotate, bensì realtà private o cooperative. Situazioni di conduzioni familiari, che simboleggiano l’imprenditoria made in Italy: quel ‘fare’ in famiglia, che a volte porta anche a sviluppare più amore e dedizione per il proprio brand che viene costruito infatti a propria immagine e somiglianza.

scaffali della verdura al supermercato
Chi possiede i supermercati italiani e perché non sono quotati in borsa- trading.it

1. Coop – Il gigante cooperativo

La Coop è una delle più grandi catene italiane, ma è organizzata come un consorzio di cooperative. Questo significa che non ha azionisti tradizionali, ma soci che partecipano attivamente alla gestione e ai profitti. Invece poi di distribuire dividendi, la Coop reinveste i guadagni nella rete stessa.

2. Conad – Il colosso che sfida Coop

Conad segue un modello simile a quello della Coop: è una cooperativa e non è quotata in borsa. È uno dei leader del settore in Italia, con una presenza capillare e fatturati miliardari: la sua linea ha sempre prezzi vantaggiosi, ma la sua assenza sul mercato ha lo stesso perché del gigante cooperativo concorrente.

3. Esselunga – Il gioiello della famiglia Caprotti

Esselunga anche è una delle catene più redditizie d’Italia ed è di proprietà della Supermarkets Italiani S.p.A., società privata controllata dalla famiglia Caprotti. Quest’ultima crede ancora nella vittoria della conduzione familiare, senza sottoporsi alle logiche speculative del mercato azionario.

4. Carrefour Italia – L’unica eccezione di un gruppo quotato

L’eccezione parziale è Carrefour Italia, che fa parte del colosso francese Carrefour, quotato alla Borsa di Parigi. Tuttavia, non esiste la possibilità di investire direttamente nei supermercati Carrefour presenti in Italia. Come se il colosso avesse due anime che seguono schemi differenti in base alle logiche del paese in cui vende.

5. Gruppo Selex – Un consorzio di dettaglianti

Marchi come Famila e DPiù fanno parte del Gruppo Selex, si tratta di un consorzio di imprenditori indipendenti. Anche in questo caso, l’organizzazione non è quotata in borsa perché ogni affiliato gestisce la propria attività senza dover rispondere a investitori esterni.

Perché la scelta dei supermercati italiani di non essere quotati

A questo punto è chiaro che le principali catene italiane non sono accessibili agli investitori privati. Ma quali sono le ragioni dietro questa scelta?

donna anziana con pelliccia che si avvia ad entrare nel supermercato Conad
Perché la scelta dei supermercati italiani di non essere quotati -trading.it

Le cooperative come Coop e Conad non funzionano come società per azioni. Il capitale è detenuto dai soci, che partecipano agli utili senza la necessità di aprirlo al mercato. Quando poi c’è una conduzione familiare, si vuole tutelare l’autonomia decisionale per non limitarne il potere.

Essere quotati significa infatti dover sempre rendere conto agli azionisti ogni trimestre, con l’obbligo di garantire risultati costanti. Le catene di supermercati italiane preferiscono invece prendere decisioni strategiche senza dover rispondere ai mercati finanziari, evitando così la pressione di ottenere profitti immediati. In un certo senso l’obiettivo dei proprietari è il lungo termine e la relativa possibilità di sperimentare nei progetti come più preferiscono.

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