La Corte di Cassazione in tempi recenti ha emesso sentenze per quanto riguarda il tema del diritto al rimborso, esiti applicabili in diversi ambiti.
In tempi recenti, la Corte di Cassazione si è occupata anche di diritto al rimborso, emanando alcune sentenze che si stanno rivelando cruciali e applicabili in situazioni disparate. Ad esempio la sentenza sui mutui Euribor oppure quella riguardante il rimborso Tim senza dimenticare poi le richieste di rimborso dell’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive). Insomma, sono diversi i casi a cui ci si può riferire nell’eventualità in cui i propri diritti di consumatore e contributore vengano lesi.
E in questo senso la tendenza che si è riscontrata tra i giudici negli ultimi anni è di far sì che vengano garantiti e rispettati. È bene, in ogni caso, rimanere aggiornati sulle sentenze emanate dagli Ermellini; è di fondamentale importanza per capire come e in che modalità specifiche un cittadino può difendersi. Non resta altro da fare che dare un’occhiata a queste pronunce a loro modo storiche, che hanno segnato un vero e proprio spartiacque ma non tutti forse ne sono a conoscenza.
Corte di Cassazione, sentenze sui rimborsi: così i soldi tornano nelle tasche dei cittadini
Tra le sentenze più importanti emanate dalla Corte di Cassazione recentemente c’è quella sui mutui Euribor, la numero 34889 del 13 dicembre 2023. Con questa si è stabilito che i mutuatari che abbiano sottoscritto contratti legati all’Euribor hanno diritto al rimborso degli interessi versati nel periodo di manipolazione dell’indice ovvero tra il 2005 e il 2008. La restituzione della differenza tra il tasso d’interesse applicato e un tasso sostitutivo può essere richiesta e in questo caso i rimborsi diventano anche significativi.
E poi la sentenza sul rimborso che lo Stato dovrà erogare nei confronti di Tim, circa un miliardo di euro, per un canone versato ingiustamente nel 1998, somma che include sia il capitale sia gli interessi e le rivalutazioni; una pronuncia che indubbiamente avrà ripercussioni significative sul bilancio, non a caso era arrivata la richiesta (poi rigettata) di sospensione del pagamento.
Senza dimenticare quanto riferito dall’Agenzia delle Entrate, è stato chiarito infatti che i contribuenti potranno chiedere il rimborso dell’IRAP versata in eccesso entro due anni dalla sentenza in giudizio che invece escludeva la restituzione.