Netflix potrebbe lanciare il suo abbonamento di fascia bassa e a prezzo scontato già quest’anno.
Netflix ha lottato nell’ultimo mese per riaffermare la credibilità del suo giro d’affari dopo una perdita importante di abbonati e un titolo in calo di oltre il 70% da inizio anno.
A questo proposito i dirigenti puntano a nuovi account pensati per recuperare i circa 100 milioni di utenti che utilizzano una password condivisa per accedere ai suoi contenuti. 30 milioni di quelli si trovano solamente negli Stati Uniti e in Canada.
Per incentivare chi fruisce da anni di film e serie Tv in maniera gratuita è stato pensato un account a basso costo con un’economia supportata dalla presenza della pubblicità. In questo modo Netflix può e attirare e fidelizzare i consumatori attenti ai prezzi. Durante l’ultima conference call sugli utili di Netflix, il co-CEO Reed Hastings ha dichiarato che la società stava ancora cercando di capire il modello del nuovo account e un’opzione supportata dalla pubblicità non sarebbe stata disponibile prima di un anno o due.
Nel frattempo Netflix si aspetta anche di riuscire a combattere il fenomeno del password sharing; La condivisione delle credenziali di accesso è diventata una pratica abituale tra amici e conoscenti. Tra gennaio e marzo la società ha dichiarato di aver perso 200.000 abbonati contro una stima di una crescita di 2,5 milioni di nuove sottoscrizioni.
Netflix punta a un nuovo abbonamento low-cost, l’obbiettivo è recuperare abbonati e capitalizzazione
Dall’inizio dell’anno, Netflix ha perso più del 62% della sua capitalizzazione, che ora è di circa 100 miliardi di dollari. Nel primo trimestre l’azienda di Los Gatos ha dovuto fare i conti anche la chiusura delle attività in Russia che ha sottratto improvvisamente all’azienda 700.000 abbonati.
La società ha dichiarato che continuerà il suo lavoro nello sviluppare una serie di progetti che riguarderanno: documentari, serie, lungometraggi, spettacoli con sceneggiatura e programmazione per bambini. La capacità di recuperare una parte dei suoi introiti sommersi dipenderà anche dall’evoluzione del mercato dello streaming in Europa.
La commissione europea è pronta a tassare Netflix
La commissione europea deve trovare circa 125 miliardi di euro l’anno per investirli a finanziamento della transizione digitale. A corto di risorse per l’elevato numero di priorità la Commissione sembra aver trovato una fonte potenziale di risorse economiche. L’impostazione è quella fiscale; una tassa sui giganti del settore digitale come: Google, Amazon, Facebook e Apple per finanziare gli investimenti nelle reti di attuale e prossima generazione. Tra queste sarebbe inclusa anche Netflix; il principio della tassa è che queste grandi aziende offrono contenuti ad alta intensità nell’utilizzo della banda dati su cui dovrebbero pagare il servizio.
Una manciata di attori occupa da sola più del 50% della banda passante mondiale. Secondo i dati del 2021 di Etno, la lobby degli operatori delle rete di telecomunicazione, sei giganti del digitale Meta, Alphabet, Apple, Amazon, Microsoft e Netflix messi insieme contano per circa il 56% del traffico globale di dati su reti fisse e mobili. Anche su Netflix contribuisce con un peso del 9,39% ricade la proposta legislativa della commissione che potrebbe essere presentata prima della fine del 2022. In questo modo chi genera molto traffico è giusto che contribuisca con i suoi introiti agli investimenti per la connettività.
La stima di Etno sulla base di un altro studio di Frontier diche che il traffico generato dai giganti potrebbe portare a costi compresi tra i 36 e i 40 miliardi di euro l’anno per il settore delle telecomunicazioni dell’Ue. Il rapporto lascia intendere che servirebbe un contributo annuale di 20 miliardi di euro per lo sviluppo delle infrastrutture di rete fissa e mobile.