Condividere contenuti in abbonamento su Netflix è legale o si commette un reato? Vediamo come funziona una delle più famose piattaforme per lo streaming.
E’ sufficiente un tablet o uno smartphone per vedere tutti i contenuti in streaming preferiti in qualsiasi momento e ovunque. Oggi più che mai l’accesso a internet è semplicissimo e sono sempre di più i siti che propongono prodotti audiovisivi di ogni genere, dai cartoni animati alle serie tv, dai film agli eventi sportivi live.
Una delle piattaforme di streaming più diffuse è sicuramente Netflix, contenitore che offre di tutto e di più in base ai propri interessi. Si può accedere alla piattaforma dalla smart tv ma soprattutto dai device mobili, in modo da poter fruire dell’offerta in ogni posto ci si trovi.
Comodo, semplice da usare e facile da sottoscrivere con un abbonamento, Netflix permette, tramite l’apertura di un account e di password personali, di vedere i programmi cult preferiti h24. C’è però un piccolo problema: quello relativo alla condivisione delle password di accesso e in tanti si chiedono se sia legale o meno passarle ad altre persone.
In questo articolo troviamo la risposta a questa domanda, vediamo cosa significa account condiviso, come la piattaforma esercita azioni di controllo sugli utenti e se condividere l’account è legale.
Cos’è l’account Netflix condiviso
I servizi in streaming on demand sono la vera novità di questi anni perché offrono un modo completamente nuovo e intuitivo per guardare film e molto altro. L’utente in possesso di un abbonamento sceglie cosa vedere e quando vederlo a proprio piacimento.
L’account creato può anche essere condiviso con altre persone, all’interno del proprio nucleo familiare. Netflix mette a disposizione dei suoi utenti un abbonamento Standard che dà accesso a due streaming simultanei: due utenti possono guardare con lo stesso abbonamento due contenuti diversi allo stesso tempo, su dispositivi e in posti diversi.
L’abbonamento Premium invece dà la possibilità di effettuare quattro streaming a tempo. Ad esempio in una casa le persone possono guardare su smartphone, tv, tablet o computer i loro programmi preferiti contemporaneamente, senza che siano necessariamente gli stessi.
Netflix e il controllo della condivisione degli account
Netflix ha fatto centro mettendo a disposizione dei suoi utenti questo servizio personalizzabile con un solo account, andando incontro alle diverse esigenze di ogni singolo familiare. Tutto questo ha anche però un risvolto della medaglia per la piattaforma, che vede continuamente crescere il numero di coloro che senza pagare l’abbonamento usufruiscono dello streaming, utilizzando le credenziali di amici e conoscenti.
Allora si è resa necessaria una campagna di controlli piuttosto serrata, per evitare che migliaia di soggetti beneficino, senza versare un corrispettivo, delle proposte in streaming della piattaforma. Ricordiamo che la condivisione dei contenuti è perfettamente legale se avviene tra componenti dello stesso nucleo abitativo, diversamente è vietata.
La verifica degli account regolari avviene inviando via sms o mail un codice all’intestatario, che potrà condividerlo con chi vive sotto il suo stesso tetto. La forma di controllo messa in atto da Netflix consiste nel controllo degli indirizzi IP, che appunto dovrebbero risultare tutti nella stessa area. Se si riscontra che così non è la piattaforma può decidere di procedere con la disabilitazione del servizio.
Netflix condiviso è legale?
La condivisione di Netflix tra coloro che vivono insieme è perfettamente legale mentre invece se si forniscono ad altri soggetti esterni le credenziali di accesso si violano le condizioni contrattuali sottoscritte con il sito per cui il rischio è quello di vedersi bloccare il profilo personale.
Tuttavia non si commette alcun reato e nemmeno un illecito perché esiste la libertà di divulgare, a proprio rischio e pericolo, le password personali per l’accesso ai servizi online a pagamento. Al contrario se i dati relativi all’account vengono in qualche modo rubati o sottratti si profila il reato di accesso abusivo al sistema informatico, perché le credenziali sono state utilizzate senza il consenso del titolare.