Ci sono novità non proprio piacevoli per i percettori dell’indennità di disoccupazione. Arriva una NASPl ridotta anche fino al 6%. Le motivazioni dell’INPS e chi vedrà l’assegno tagliato.
Il cosiddetto “ritorno alla normalità” non sempre viene accompagnato da buone notizie. Da una parte il Governo ha messo in campo molte misure per aiutare i cittadini durante la pandemia. Ma adesso i conti vengono stornati e per alcuni questo significa taglio degli assegni. In particolare parliamo della NASPl, l’indennità di disoccupazione che è possibile richiedere se si è perso il lavoro involontariamente. Come sappiamo, l’assegno NASPl viene erogato in base a determinati calcoli e l’importo non è uguale per tutti i mesi.
Come spiega l’INPS, infatti, “La misura della prestazione è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. Ciò se la retribuzione è inferiore a un importo di riferimento stabilito dalla legge. L’importo viene rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito.”
È importante ricordare che l’importo dell’assegno si riduce fisiologicamente del 3% ogni mese a decorrere dal sesto mese di fruizione. Per chi ha compiuto 55 anni al momento della richiesta, la decurtazione inizia dall’ottavo mese. Durante il secondo semestre del 2021 i percettori di NASPl avevano ottenuto un ulteriore beneficio da parte del Governo. Per attenuare la mancanza di lavoro e la crisi economica dovuta alla pandemia, il decalage era stato sospeso. Ciò che è avvenuto in concreto, però, è che il maggior introito si è visto solamente più avanti, con le quote arretrate.
NASPL ridotta, chi rischia un taglio fino al 6%
Purtroppo, lo stesso decreto Sostegni Bis che annunciava la sospensione del decalage prevedeva anche di attuare una sorta di “conguaglio” degli importi “congelati”. Di conseguenza dall’inizio di quest’anno la NASPl considera il ricalcolo e dà, di fatto, importi minori nell’assegno. La brutta notizia è che questi 3% da restituire si vanno a sommare ai 3% fisiologici della decurtazione, andando così a intaccare l’importo mensile del 6%. La riduzione continuerà per il numero dei mesi a cui è stata applicata la sospensione, quindi molti vedranno i tagli anche fino a maggio. Ma non finisce qui, perché l’assegno di marzo sarà ancora più povero per colpa del calcolo relativo a febbraio, quindi su 28 giorni e non 30.
Chi non subirà tagli
Non tutti gli assegni NASPl sono destinati a tagli. Chi ha cominciato a percepire il sussidio da ottobre 2021 non rientra nel meccanismo dei “conguagli” del 3%. Inoltre anche i nuovi disoccupati che hanno cominciato a prendere l’assegno di disoccupazione dell’inizio del 2022 non subiranno adeguamenti perché non rientrano più nelle casistiche contemplate dal Decreto Sostegni Bis. Purtroppo, anche se la crisi legata alla pandemia sembra volgere verso la conclusione, la guerra tra Russia e Ucraina sta gettando ancora più difficoltà economiche addosso a lavoratori, famiglie, disoccupati e imprese. Nessuno escluso. Questi tagli, insomma, proprio non ci volevano. La speranza è che il Governo, giacché siamo di nuovo in Stato di Emergenza, vari ulteriori misure a tutela del popolo italiano.