A partire da gennaio la Naspi cambia volto, o meglio ne assume uno che non permette in alcun modo di agire in maniera poco rispettosa. Non c’è spazio per i furbi.
Chiunque voglia fregare o abbia già impiegato più volte questo atteggiamento rispetto il sistema, deve sapere che da gennaio non potrà più farlo. La Naspi cambia alcuni dettami essenziali nella sua conquista e gestione. Per cui non sarà più possibile farsi beffe delle autorità. Tutto è sotto controllo, per cui bisogna rispettare certi requisiti e far sì che tutti sia in regola.
Non tutti sono consapevoli degli errori che fanno, infatti capita, non di rado, di ritrovarsi davanti una situazione che a volte sfugge di mano. La Naspi è un contributo economico importante, poiché la ratio che la anima è quella di aiutare le persone in difficoltà dal punto di vista lavorativo. Per intendersi, i disoccupati che perdono il lavoro, e che pongono in essere la ricerca per un altro.
Un istituto che come “la mano invisibile del mercato che si ripristina”, ha la stessa funzione per il risparmio dei cittadini, ma è mossa non dalla liberalità delle merci nell’equilibrio di domanda e offerta, ma dall’azione concreta dallo Stato.
Il Welfare State mira al benessere e all’equilibrio, ragion per cui non può fare a meno di adempiere ad alcune condizioni essenziali. Prima tra tutte quella di garantire un certo margine di risparmio ai contribuenti. Di recente, è davvero difficile riuscire a consolidare questi aspetti, per cui si cerca in ogni modo e dove di rendere la situazione il più agevole possibile. Nello specifico però, chi si dimette per averla, non potrà più fare questo giochetto, o meglio non ne percepirà più le positività.
Come già accennato, chi si dimetterà per ottenere la misura, quindi il rientro economico, non potrà avere nulla di tutto ciò. Ma com’è possibile che il sistema si renda conto dell’inganno? Tutto parte dalla nuova Legge di Bilancio per il 2025, la quale interviene proprio inasprendo i requisiti per accedervi. Di quali modifiche si tratta?
Non è raro che lavoratori con contratto a tempo indeterminato dicano addio alla propria mansione, licenziandosi, e ottenendo il suddetto beneficio per poi farsi riassumere a tempo determinato. Potrebbe sembrare assurdo, ma c’è chi, anche se pochi, che attua questo articolato meccanismo. Come interviene lo Stato per far si che chi attua questo comportamento non la ottenga più, cercando però al contempo di andare incontro alle esigenze e fragilità di chi ne ha davvero di bisogno?
Si riparte dalla già citata Legge di Bilancio che attua una stretta, e questa inizia dal 10 gennaio per tutti coloro che si dimettono. Nei conseguenti 12 mesi se si viene licenziati o scade il contratto a termine si può far richiesta della Naspi solo se si soddisfa un requisito, cioè quello di colmare almeno 13 settimane di contributi.
La rigidità della decisione si somma a quella del DDL lavoro che pone un limite grosso, anche per chi “si fa licenziare”, spingendo il datore a fare ciò. Ad esempio non presentandosi più al lavoro. Con il suddetto documento succede che al 17esimo giorno di assenza non giustificata, il rapporto di lavoro può considerarsi cessato “per volontà del dipendente”, di conseguenza la Naspi non spetta.
Questa indennità per legge è pari al 75% della retribuzione media percepita nei precedenti 4 anni. Un periodo che equivale alla metà delle settimane di contributi pagati in 48 mesi. Quindi, un salvagente che permette al singolo di sostentarsi tra la fine di un lavoro e la ricerca di un altro.
Depressione e lavoro: i disturbi psichici sono da intendersi come malattia, è quindi importante conoscere…
L'agevolazione prima casa può letteralmente tramutarsi in un incubo per alcuni cittadini. La normativa è…
Perché la pensione può essere sospesa? Ecco cosa sapere su un dettaglio spesso trascurato che…
Hai mai controllato le tue bollette domiciliate sul conto corrente e trovato un addebito sospetto?…
La Federal Reserve potrebbe decidere dalle prossime riunioni (28/29 gennaio) una pausa nei ribassi dei…
Queste 5 richieste da presentare all'INPS sono importanti per un motivo ben preciso. Scopriamolo insieme. …