NASPI: attenzione a come la spendi, arrivano nuovi criteri da rispettare

L’ordinanza della Cassazione n. 8422/2025 attua una svolta agli incentivi dell’autoimprenditorialità della NASPI, stabilendo nuovi criteri che non si limitano a “rimodulare”, ma ne rivoluzionano la gestione.

La pronuncia incarna una svolta nella gestione degli incentivi. La logica è legata alla valorizzazione dell’imprenditorialità. Ma come agiscono nel concreto i nuovi criteri della Naspi?

sfondo calcolatrice e banconote euro con omino imprenditore su freccia
NASPI: attenzione a come la spendi, arrivano nuovi criteri da rispettare- Trading.it

I nuovi criteri vanno oltre una “rimodulazione” dell’obbligo restitutorio. Rivoluzionano la gestione degli incentivi superando quella logica “punitiva” a favore della valorizzazione del percorso imprenditoriale.

La Cassazione si distacca dalla visione precedente. Nella pronuncia non si auspica ad una rigida restituzione integrale, ma si riconosce la natura, incerta e dinamica, del percorso imprenditoriale fatto di fallimenti e pause.

Questi non sono considerati un “abuso” dell’incentivo, ma sono visti come periodi che fanno parte di un percorso che potrebbe reintegrare il singolo nelle vesti di dipendente.

Si incoraggia l’iniziativa con una cultura all’imprenditorialità “concreta”, senza penalizzare chi affronta difficoltà.

S’introduce il “principio di proporzionalità sostanziale”, che considera la durata effettiva in cui il beneficiario ha investito le risorse della NASPI nel proprio progetto. È un riconoscimento implicito del periodo in cui l’attività è stata posta in essere, anche se è stata un insuccesso. Si valorizza il tentativo e l’impegno!

C’è la centralità di tutte quelle cause che non sono imputabili come elementi di equità. È questo l’elemento innovatore. Tutela come mai fatto prima, poiché considera quelle che sono le concrete difficoltà a livello economico e imprenditoriale.

Eventi come crisi di mercato e l’imprevedibile che minano la sopravvivenza di nuove imprese, sono considerati diversamente.

Ma cosa succede alle politiche attive del lavoro?

Nuovi criteri NASPI, quali implicazioni per le politiche del lavoro?

I nuovi criteri tutelano, ma soprattutto non penalizzano chi si è trovato davanti ostacoli insormontabili. La logica della valorizzazione dell’imprenditorialità è seguita da modifiche nelle politiche attive del lavoro, e ci sono ulteriori indicazioni da considerare.

banconote euro in mano
Nuovi criteri NASPI, quali implicazioni per le politiche del lavoro?- Trading.it

Non solo aspetti giuridici, ma anche politici. L’imprenditorialità diventa più flessibile, e meno rischiosa davanti possibili insuccessi. Investire in progettualità, fa meno paura e incoraggia a sperimentare i rischi del settore. Davanti un fallimento, non crolla tutto, e se ci sono fattori esterni a determinare ciò, la stessa “sanzione” non sarà né automatica, né totale.

Il sistema avvantaggia la creazione di nuove realtà. Per concretizzare il principio stabilito dalla Cassazione, bisogna applicare delle linee guida precise provenienti da enti competenti, come l’INPS appunto. Definire in modo chiaro cosa s’intende per “cause non imputabili” e la loro gestione.

A livello sia economico che psicologico, la decisione ha un impatto importante sull’imprenditorialità. Sono tanti ad aver paura di dover restituire in maniera integrale la NASPI davanti l’insuccesso!

Invece, la prospettiva di restituirla in modo proporzionale e modulato all’influenza dei fattori esterni, è una grossa opportunità. Significa incentivare questa visione, soprattutto nel contesto socio-economico odierno fatto di rapide trasformazioni e incertezza finanziaria.

In conclusione, l’ordinanza n. 8422/2025 non è un mero aggiustamento delle regole vigenti, ma un cambio di rotta che non penalizza distruggendo chi ha creduto nel sogno imprenditoriale. Al momento, bisogna aspettare le indicazioni operative per poi partire.

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