Naspi, approvate tutta una serie di novità importanti, da segnare sul taccuino. Scopriamo di quali si tratta, più approfonditamente.
Perdere il proprio lavoro, in linea generale, è un problema molto serio, soprattutto se non si è condizioni economiche serene.
Non sempre, purtroppo, si riesce a ritrovare subito un impiego che possa venire incontro alle proprie esigenze, e le cose si complicano, a volte non poco. Tuttavia, per coloro che hanno lavorato come dipendenti, c’è un sostegno economico chiamato NASPI.
Si tratta di una prestazione assistenziale che si eroga secondo una serie di requisiti. Si può infatti accedere a questo beneficio se si è perso involontariamente il proprio impiego, tranne lavoratori agricoli, collaboratori e dipendenti a tempo indeterminato nelle PA.
Ma scopriamo quali novità ci sono per ciò che concerne l’accesso alla NASPI.
Tra le novità della Naspi 2025, c’è quella di combattere certe pratiche messe in atto da titolari e lavoratori stessi.
Può succedere, infatti, che i lavoratori si dimettano e poi trovino subito una nuova assunzione. Di solito si tratta di una strategia tra titolare e dipendente, affinché il titolare non versi il ticket di licenziamento. Ergo, ad oggi, invece, si prevedono almeno 3 mesi di nuova assunzione, per poter ottenere l’indennità.
Molti lavoratori per persuadere sottilmente i titolari a licenziarli, per prendere la Naspi, iniziano ad assentarsi senza ragione valida. Con le novità introdotte per la Naspi 2025, troppo assenteismo ingiustificato, è ritenuto dimissione volontaria, per cui non si avrà diritto alla suddetta indennità di disoccupazione.
Tra le ulteriori novità dell’indennità Naspi, c’è quella che concerne chi fa un lavoro stagionale o comunque a tempo determinato. Con il messaggio 269 del 23 gennaio 2025, l’INPS ha spiegato che alcuni stagionali possono ricevere un contributo addizionale sulla Naspi.
Questo contributo è indirizzato a lavoratori che sono messi in campo per “intensificazioni dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno” o “esigenze tecnico produttive”, come spiega l’INPS.
Il contributo addizionale è un compenso che è a carico del titolare e l’importo pari all’1,4% dello stipendio imponibile a scopi previdenziali, con anche 0,5% per ogni volta che si rinnova un contratto a tempo determinato.
Sono tutte cose da tenere in considerazione, nel caso in cui ci si dovesse trovare in una situazione del genere.
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