A gennaio nessuno stravolgimento. La NASPI seguirà il calendario ordinario, mentre variano parzialmente i requisiti per la richiesta. Ecco cosa cambia già da ora.
Arrivare a percepire la NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) non è mai un buon segno, per quanto utile sia. L’indennità è infatti concessa a chi versa in stato di disoccupazione, con prolungamento dell’erogazione per un tempo variabile in base ai contributi versati ma con importo progressivamente ridotto. L’introduzione della NASPI si colloca col D. Lgs. 22 del 4 marzo 2015, rimpiazzando le precedenti Aspi e MiniAspi, anche se con regole sostanzialmente speculari. Il contributo erogato sostituisce di fatto un ordinario stipendio da lavoro e, per questo, figura come un sostegno utile per la vita quotidiana. Anche perché l’erogazione avviene ogni settimana, per un numero di settimane pari alla metà di quelle contributive presenti negli ultimi quattro anni di contribuzione. Chiaro che la data di ricezione assume un’importanza pari a quella in cui si riceve un regolare stipendio.
E’ bene ricordare che la NASPI non segue un calendario uniforme. Tendenzialmente, la verifica da parte del contribuente è bene avvenga entro i primi 7-8 giorni del mese. Tale procedura potrà essere svolta direttamente sul proprio conto corrente (naturalmente quello sul quale l’accredito è previsto), oppure sulla propria area riservata del sito Inps. Basterà dotarsi del sistema di identità digitale Spid e accedere su “Fascicolo previdenziale del cittadino”. A quel punto, inserire il codice fiscale consentirà di visionare il proprio fascicolo archiviato e, da lì, accedere alle prestazioni e ai relativi pagamenti. La stessa procedura potrà essere utilizzata per verificare i pagamenti della Proroga NASPI.
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Meglio non far fede, quindi, a una data uniforme. L’erogazione dell’importo NASPI può variare da mese a mese, pur considerando utile, sostanzialmente, la prima settimana del mese di riferimento. Sarà l’Inps a farsi carico del versamento per il periodo di tempo attribuito, sul conto corrente (bancario o postale), sul libretto o tramite bonifico presso un ufficio postale, a seconda della modalità richiesta dal beneficiario. Va ricordato che, in alternativa alla NASPI ordinaria, è possibile richiedere (a determinate condizioni) il pagamento della anticipata. Fra i potenziali richiedenti figurano coloro che aprono un’impresa individuale, avviano un’attività di lavoro autonomo o sottoscrivono una quota di capitale sociale di una cooperativa. Inoltre, potrà effettuare la richiesta anche il lavoratore autonomo con attività avviata fin da quando era dipendente presso l’azienda dalla quale è stato poi licenziato.
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Come detto, il requisito indispensabile per l’indennità di disoccupazione comunemente intesa è non essere inquadrato in alcun tipo di contrattualizzazione. L’ultimo contratto, invece, dovrà essersi interrotto con un licenziamento per cause indipendenti dalla propria volontà e, parimenti, non attribuibili al lavoratore stesso. Sul piano contributivo, invece, sarà necessario aver versato perlomeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti. Ultimo requisito base, fino a pochi giorni fa, un periodo di lavoro continuato di almeno 30 giorni nei 12 mesi precedenti. A partire dall’1 gennaio, infatti, tale obbligo non figurerà più come necessario. L’erogazione inizierà a partire dall’ottavo giorno successivo alla fine del rapporto di lavoro, a patto che la domanda sia presentata entro lo stesso lasso di tempo. Possibile accedere alla NASPI anche per chi si è licenziato per giusta causa ma solo a partire dal trentottesimo giorno successivo. Conformi le modalità di richiesta: il sito Inps è l’unico mezzo valido, con obbligo di presentazione entro 68 giorni dall’interruzione del rapporto di lavoro.
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