Napoli, pensionato entra in banca e chiede di investire tutto: ecco cosa gli hanno proposto

C’è chi entra in banca per chiedere un mutuo, e c’è chi lo fa ogni settimana solo per controllare l’estratto conto. Ma cosa accade quando una persona molto attenta ai dettagli decide di mettere da parte la prudenza e di fare un passo più grande?

Cosa succede se il protagonista è un pensionato napoletano soprannominato “Male e cape (mal di testa, perchè è pignolo e prolisso fino all’inverosimile)” e la posta in gioco sono centomila euro? La risposta si trova tra numeri, rendimenti e tanta voglia di capire cosa sta davvero dietro quelle tre lettere: BTP.

Persona che fa calcoli e mette soldi nel salvadanaio
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A Napoli c’è un uomo che conosce a memoria i volti dei cassieri della sua banca. Si chiama Giuseppe, ha superato i sessant’anni, e da decenni ha un’abitudine ferrea: mai una banca oltre i 500 metri da casa. La sua sicurezza è il tragitto casa-filiale, sempre lo stesso, sempre puntuale. Legge ogni singola riga dell’estratto conto e non ha paura di alzare la mano allo sportello per fare domande. E se per molti è una noia, per lui è una missione. Non è un tipo da app sul cellulare o bonifici online: lui vuole parlare, vedere le facce, sentire le risposte.

Ma un giorno qualcosa cambia. Giuseppe sente in TV un economista parlare di investimenti sicuri, in particolare dei BTP, e decide di fare il grande salto. Non vuole lasciare tutto fermo sul conto. Così entra in banca e dice al direttore: “Voglio investire centomila euro, ma solo in titoli di Stato, massimo 15 anni. Mi spiega tutto?”. E da lì comincia un viaggio fatto di cifre, parole nuove e qualche dubbio.

Giuseppe, il direttore e quel BTP dal nome complicato

Il direttore non fa una piega. Sorride, apre il portatile e comincia a parlare del 3.1-BTP-01MZ40. A Giuseppe già il nome suona come un codice segreto. Ma ascolta. Il titolo costa 90,6, il che significa che con 100.000 euro se ne comprano più del valore nominale. Ogni anno pagherà una cedola, cioè un interesse, e alla fine, alla scadenza, verrà rimborsato il valore pieno, cioè 100.000 euro.

Direttore di banca con cliente
Giuseppe, il direttore e quel BTP dal nome complicato-trading.it

Il rendimento effettivo netto è del 3,56%, mentre quello lordo è 3,98%. Per Giuseppe, che tiene ogni scontrino, sono numeri importanti. Con questo titolo, riceverà ogni anno circa 3.560 euro di cedola netta, direttamente sul conto, senza dover fare nulla. Una somma che, per chi è abituato a vivere con attenzione ogni euro, può davvero fare la differenza.

E anche se le cedole sembrano allettanti, vuole capire se c’è un rischio. Il direttore spiega che, trattandosi di un BTP, l’emittente è lo Stato italiano. E finché lo Stato onora i suoi debiti, Giuseppe riceverà i suoi soldi, con gli interessi.

Tuttavia, si parla anche di qualcosa di nuovo: le clausole CACS. Sono strumenti nati per evitare che in caso di crisi lo Stato possa essere bloccato da un solo creditore. In pratica, se l’Italia dovesse ristrutturare il debito, e la maggioranza degli investitori fosse d’accordo, anche Giuseppe dovrebbe accettare. Nulla di allarmante, precisa il direttore, ma un dettaglio che chi investe deve conoscere.

I vantaggi (e i dubbi) dietro l’investimento in BTP

Giuseppe esce dalla banca con un foglio pieno di calcoli, ma anche con la testa piena di pensieri. È davvero un buon affare? Il direttore è stato chiaro: con quel prezzo di riferimento a 90,6, si compra sotto il valore nominale, il che significa guadagno alla scadenza. Le cedole annuali poi offrono una rendita regolare, utile per chi non vuole troppi scossoni.

Ma c’è sempre quel “però”. E se i tassi di interesse salissero nei prossimi anni? Il valore di mercato del titolo potrebbe scendere. Certo, se Giuseppe tiene il BTP fino alla scadenza, incasserà tutto, ma dovrà resistere alla tentazione di vendere prima. Inoltre, la duration modificata di 11,34 dice che il titolo è sensibile ai tassi: più si alzano, più cala il prezzo. E questo a Giuseppe non piace.

D’altro canto, avere rendite fisse e conoscere in anticipo quanto si incassa può dare una certa tranquillità. Soprattutto per chi non vuole sorprese. Il punto è che bisogna essere disposti ad aspettare. Per uno come Giuseppe, che ogni settimana entra in banca per vedere se tutto è a posto, forse è anche una prova di fiducia. Ma forse, proprio per questo, è l’investimento giusto.

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