La BCE lancia l’allarme in vista del nuovo rialzo di 75 punti del costo del denaro, c’è un grosso rischio per i mutui, cresce il peso delle rate.
Il Fondo Monetario ha lanciato un allarme che riguarda le famiglie meno abbienti. Secondo le stime sono previste difficoltà economiche, soprattutto in virtù del nuovo rialzo di 75 punti base del costo del denaro. I pronostici che riguardano i tassi variabili prevedono un aumento che oscillerà tra il 4,1 il 4,6% a giugno 2023.
Nel terzo trimestre del 2022 è stato registrato un calo delle vendite di case. In corrispondenza di tale fenomeno è avvenuto anche l’aumento dei prezzi delle abitazioni. Mediamente, infatti, si è assistito ad un incremento dei prezzi pari al 1,8%, registrato proprio nel corso dell’ultimo semestre.
In effetti l’aumento era avvenuto anche nei mesi precedenti quando le città più colpite erano state Milano e Bari, seguite da Bologna e Roma.
Mutui cresce il peso delle rate: cosa dobbiamo attenderci per il 2023
Nel secondo trimestre del 2022 si è assistito ad una diminuzione dei finanziamenti accesi per l’acquisto di un’abitazione principale. I dati parlano di un -5,1% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Ad ogni modo il prossimo 27 ottobre si terrà la riunione della BCE che prevede un nuovo aumento dei tassi dello 0,75%. Tale decisione comporterà delle inevitabili ricadute su quanti hanno preferito il tasso variabile a quello fisso.
In base ad alcune simulazioni, è probabile che la rata mensile possa aumentare di €50 circa. Se a tale importo vanno aggiunti anche gli aumenti registrati nei mesi precedenti, si nota come da inizio anno ad oggi l’incremento totale è pari a quasi €150.
Coloro che invece hanno un mutuo a tasso fisso non devono temere nulla, perché la percentuale degli interessi resta invariata. Tuttavia, sottoscrivere un mutuo a tasso fisso oggi giorno, sebbene sia conveniente rispetto all’incertezza del tasso variabile, è meno vantaggioso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Qual è l’aumento previsto
Non ci siano ancora dati certi in merito all’ intervento sui tassi della BCE e all’Euribor. Ma, le informazioni che attualmente sono a nostra disposizione ci permettono di ipotizzare che un mutuatario medio, che ha sottoscritto un finanziamento a tasso variabile, assisterà ad un aumento di rata del 32%.
Dopotutto questi aumenti si sono verificati periodicamente nel corso dell’anno. Infatti, già nel mese di settembre il valore delle rate da pagare era aumentato di circa €100 rispetto alla prima rata di gennaio.
Si tratta di aumenti stanno mettendo a dura prova le famiglie italiane, che sono già alle prese con i rincari legati alla crisi energetica e al tasso di inflazione.
In base ad un’indagine condotta da mUp Research e Norstat, su commissione del portale Facile.it, è emerso che 780mila mutuatari che hanno stipulato un finanziamento, sia a tasso fisso che a tasso variabile, potrebbero avere difficoltà a pagare le prossime rate. In sostanza, c’è il concreto rischio che alcuni mutuatari saltino i pagamenti dei prossimi mesi.
A tale proposito è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini che ha proposto una moratoria sui mutui, ovvero la sospensione temporanea del pagamento delle rate per le famiglie in difficoltà, a causa del tasso variabile particolarmente volatile. Per il momento si tratta solo di una proposta, quindi le rate vanno comunque pagate mensilmente.