Tra le tante azioni promosse dai vari Governi vi è quella di incentivare i pagamenti digitali, ovvero con carte di credito e bancomat. Ma c’è qualcosa che ancora non funziona.
In pieno periodo di Saldi, gli acquisti stanno lentamente riprendendo i valori di pre pandemia. Il Super Green Pass e relative sanzioni previste in caso di mancata applicazione della Legge sembrano non aver intaccato la voglia di spendere. Mentre le polemiche si placano sul fronte “emergenza” e “no-vax” spunta però un’altra incognita su quelle che dovevano essere misure forti a contrasto dell’evasione fiscale. Stiamo parlando delle multe a tutti quegli esercenti e professionisti che si rifiutano di ricevere pagamenti col bancomat.
Facciamo un passettino indietro. Era il lontano 2012, con l’allora Governo Monti. L’economista allora Presidente del Consiglio e anche Ministro dell’Economia varò una Legge in cui si introdusse l’obbligo di utilizzo di pagamento elettronico per tutti gli esercenti e anche professionisti. Ovvero, dal negozio all’idraulico, per intenderci, ogni attività doveva far effettuare i pagamenti con il Bancomat.
Lo scopo di questa imposizione era ed è ancora oggi quello di contrastare i pagamenti “in nero” e di costringere i professionisti a dichiarare tutti gli incassi derivanti dall’attività. Se l’idea è buona e anche giusta, più difficile però ne è stata l’applicazione. E con l’ultima novità le cose non sono migliorate, anzi.
Obbligo Bancomat, la realtà dei fatti e le “multe fantasma”
Per “aiutare” i commercianti ad aderire all’obbligo di Legge, sono state varate negli anni diverse “soluzioni”, ergo multe. Chi fosse stato “pizzicato” a rifiutare un pagamento col Bancomat avrebbe ricevuto una sanzione. Oltre ad una quota fissa, l’esercente avrebbe dovuto pagare anche il 4% dell’importo contemplato in quella transazione. Tutto molto “semplice” nella teoria ma molto più difficile nell’applicazione.
Intanto perché magari il cittadino è il primo a non interessarsi della faccenda. Se non ha contanti, va semplicemente in un altro negozio. E anche a voler “denunciare” l’accaduto, a chi mai dovrebbe inviare la segnalazione? Guardia di Finanza? Carabinieri? Non è dato saperlo. E poi diciamocelo, chi va a fare shopping desidera un po’ di sano svago, chi è che si metterebbe a discutere per un bancomat mancato?
Inoltre c’è la questione del “guasto temporaneo”. Chi offre il bancomat come mezzo di pagamento si può trovare in condizioni di momentaneo malfunzionamento. La linea può saltare, il dispositivo può bloccarsi. E certe cose succedono proprio nelle giornate strategiche, come appunto quelle dei saldi. Insomma, l’esercente può addurre “scuse” alla richiesta di contanti, e come si fa a non prendere in considerazione questa eventualità?
L’ultima “beffa”, il Decreto Recovery
Se fino ad oggi nonostante la forte volontà dei Governi di far adottare i pagamenti digitali, abbiamo notato ben pochi cambiamenti, c’è anche l’ultimo “autogol” segnato da Draghi. Con il decreto Recovery approvato a dicembre scorso, di fatto si vanno a rimandare ulteriormente le misure contro chi rifiuta il bancomat. Il decreto, pensato come sostegno alle imprese e cittadini per ammortizzare un po’ la crisi, prevede lo slittamento delle multe fino al 2023. Ecco che, in sostanza, i commercianti e i professionisti possono continuare a chiedere i contanti.
Probabilmente la concezione di “punire” a suon di multe non funziona a dovere. L’evasione fiscale è certamente una pratica da abolire. Ma forse serve più una crescita culturale. Come è ben noto, il nostro Paese è piuttosto indietro sia rispetto all’Europa che a molti paesi del mondo.