Stefano e Antonietta non si aspettavano quella lettera nella cassetta della posta. Quando l’hanno aperta, hanno scoperto di aver ricevuto una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox.
Fin qui nulla di strano, se non fosse per un dettaglio: non ricordavano chi fosse alla guida in quel momento.

Il proprietario del veicolo è tenuto a fornire i dati del conducente
Come molte coppie, separano l’auto per gli spostamenti quotidiani, e l’infrazione risaliva a settimane prima. Chi avrebbe dovuto subire la decurtazione dei punti? E se nessuno dei due fosse stato in grado di dimostrarlo?
In casi come questo, il proprietario del veicolo è tenuto a fornire, entro 60 giorni, i dati del conducente. Ma c’è un’alternativa legale che in pochi conoscono: la Cassazione ha stabilito che, in determinate circostanze, è possibile evitare sia la decurtazione dei punti sia la sanzione aggiuntiva per omessa comunicazione. La chiave sta nella giustificazione documentata, un meccanismo che può salvare molti automobilisti.
Molti non sanno che ignorare l’obbligo di comunicare i dati del conducente comporta un’ulteriore sanzione pecuniaria che può superare i 1.000 euro, anche se la multa iniziale viene pagata. Questo ha spinto tantissime persone a chiedersi se esista un modo per evitare sia la decurtazione dei punti che la sanzione per mancata comunicazione. La sentenza della Cassazione ha aperto una possibilità concreta, ma non si tratta di una scappatoia valida in qualsiasi caso. Ci sono regole precise da seguire e documenti da fornire.
La sentenza della Cassazione: come funziona la giustificazione documentata
La Corte di Cassazione ha stabilito che, se un proprietario del veicolo non è in grado di identificare chi fosse alla guida, può evitare la multa per omessa comunicazione se fornisce una motivazione valida e documentata.

Attenzione però: non basta dire “non ricordo” . La dichiarazione deve essere supportata da dimostrarsi concreto e avere un fondamento logico e credibile.
Nel caso di Stefano e Antonietta, entrambi utilizzano frequentemente l’auto e, a distanza di tempo, non sono riusciti a stabilire chi stessi guidando al momento dell’infrazione. Per evitare la decurtazione dei punti e la sanzione per omessa comunicazione, hanno preparato una dichiarazione dettagliata, spiegando la condivisione abituale del mezzo e allegando documenti che lo dimostrassero.
Cosa può costituire una giustificazione valida?
Se il veicolo è utilizzato da più membri della famiglia senza un registro preciso.
Se il proprietario era assente o impossibilitato a controllare chi stessi guidando.
Se esistono circostanze particolari documentabili che rendono impossibile identificare il conducente.
Questa interpretazione della legge non è una scappatoia garantita , ma può rappresentare una soluzione per chi si trova in situazioni simili. La decisione finale spetta sempre alle autorità competenti , ma presentare una giustificazione ben motivata può fare la differenza tra perdere punti o non subire alcuna sanzione aggiuntiva.
Molti automobilisti hanno già utilizzato questa strategia con esiti diversi. Alcuni hanno ottenuto l’annullamento della multa accessoria, altri no. Il fattore decisivo è sempre la qualità della documentazione fornita: più è precisa e credibile, più alte sono le probabilità di successo. Se ti trovi in una situazione simile, potrebbe valere la pena approfondire con un esperto del settore.