Il valore i MPS rimane incerto e la dirigenza è da lungo tempo a lavoro per ripristinarne la solidità patrimoniale.
Fuga generale dei dipendenti da MPS che registra un numero più alto del previsto all’adesione al piano esuberi.
La banca mostra tutta la sua fragilità nell’impressione che le oltre 4.125 adesioni dei dipendenti, fanno sulle 3.500 preventivate, rispetto alla possibilità di uscire anticipatamente dalla propria mansione con uno scivolo verso la pensione.
Se tutte le domande fossero accolte, la manovra potrebbe costare fino a un miliardo di euro. Monte dei Paschi è al lavoro sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi; martedì 4 ottobre i sindacati si sono accordati sulle trattative dopo un incontro con l’azienda. MPS garantisce circa 80% dello stipendio accompagnando così il personale in esubero alla pensione con un anticipo fino a sette anni.
Le migliaia di richieste dei dipendenti trovano forse la propria motivazione; oltre la voglia di concludere vita lavorativa dopo anni così difficili, anche nel scarno giro d’affari della banca. Si ricorda che Mps ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un utile netto di 27,2 milioni di euro, in calo dell’86,5% rispetto ai 202 milioni dello stesso periodo del 2021.
L’azienda si è riservata la possibilità di analizzare ancora qualche giorno i dati così da decidere in merito all’accoglimento delle domande e delle persone che potranno così beneficiare della proposta. Visti i rilevanti risvolti economici dell’operazione le uscite volontarie sono un pilastro del piano che nel giugno scorso Luigi Lovaglio, amministratore delegato di MPS ha presentato al mercato.
La decisione è finalizzata alla realizzazione di un risparmio pari a 270 milioni su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione pari a 800 milioni. Negli ultimi mesi MPS ha subito il peso del crollo delle Azioni che continuano a non fare prezzo; i clienti sono sempre più preoccupati della possibilità di un mercato ribassista severo e in grado di compromettere ulteriormente l’istituto.
Ecco perché già nella seduta del 26 settembre 2022 le azioni ordinarie della banca senese non sono state negoziate sul mercato. Questo significa che la banca senese ha una capitalizzazione estremamente ridotto del valore di circa 200 milioni che sarà sostenuta solo dall’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro atteso per metà ottobre.
Nella giornata del 3 ottobre la Commissione europea ha pubblicato un documento che contiene le 22 condizioni poste al tesoro per la ricapitalizzazione di Mps. Il prospetto prevede due scenari base, uno in cui MPS viene acquisito da un altro soggetto e un altro scenario di fusione con un’altra banca.
Il Piano la cui implementazione è in linea con le tempistiche previste procede mettendo contenendo nel frattempo i costi sul personale; la retribuzione complessiva di ogni dipendente, compresa quella dei manager non potrà essere superiore di 10 volte rispetto allo stipendio medio di tutti i dipendenti. I dipendenti dovranno passare da 21 mila attuali fino ai 17.630 del 2024. Oltre questo verranno ridotte le filiali fino a raggiungere nello stesso anno quota 1.258 rispetto alle 1.370 di fine 2022.
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