Esistono svariati motivi che ci spingono alla decisione di voler diventare un trader, ma è necessario valutare con razionalità le cause che stanno determinando la nostra scelta.
A prescindere che questo bisogno sia alimentato dalla sincerità e dall’entusiasmo, gli elementi della nostra storia personale e le motivazioni con cui possiamo giustificare la spinta a intraprendere il percorso per diventare trader, devono essere alimentate alla base da circostanze che ci permettano di rinnovare ogni giorno la giusta motivazione a realizzare il nostro obbiettivo.
I bisogni fondamentali, una volta appagati, tendono a non ripresentarsi nell’immediato. Questi sono facilmente distinguibili ed esauditi in modo più o meno diretto. Diversamente i bisogni sociali e relazionali vengono soddisfatti con procedimenti complessi, tipici delle società moderne. Per questo motivo essi si rinnovano e mutano divenendo difficili da riconoscere.
Sono proprio questi i bisogni che portano l’essere umano a porsi obbiettivi ambiziosi e cercare di perseguire, sia sul lavoro, che nella vita privata, l’autorealizzazione. Il loro compimento richiede una serie di caratteristiche e di competenze, senza le quali essi divengono spinte irrazionali che faranno esaurire la spinta alla realizzazione del nostro obbiettivo molto prima del suo compimento.
Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano, basato su una gerarchia di bisogni. Alcuni di questi bisogni sono quelli che nel trading possono causare la spinta che motiva il desiderio di fare di questa attività il proprio mestiere. Ingannevolmente però essi sembrano diventare la fonte stessa di quegli errori del trader, che sono causa delle situazioni negative capaci di farci rallentare o rinunciare al percorso che abbiamo intrapreso.
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Il bisogno di sicurezza è una necessità fondamentale, una volta esauriti i pericoli derivanti dalle circostanze naturali, subentrano le paure di essere esclusi da una parte del contesto sociale nel quale viviamo. Il bisogno di sicurezza espresso come la possibilità di garantirsi uno stile di vita e l’accesso alla soddisfazione di bisogni primari, non dovrebbe essere uno dei motivi sul quale basiamo la scelta a intraprendere questo percorso.
Considerando anche che tranquillità, prevedibilità, assenza di ansie, situazioni strettamente correlate al bisogno di sicurezza, sono l’antitesi delle caratteristiche di questo mestiere. Cercare di soddisfare questo bisogno, immaginando di garantirlo diventando dei trader professionisti e riuscendo quindi a fare fruttare a sufficienza il nostro capitale, potrebbe non essere così motivante quando ci troveremo di fronte alle difficoltà quotidiane soprattutto dal punto di vista emotivo.
Abbiamo tutti, in diversi gradi, il bisogno di appartenere a un gruppo o a una categoria che ci identifichi in una condizione, che possa avvantaggiarci a livello sociale o dalla quale possiamo trarre soddisfazione, rispecchiando questa le nostre predilezioni. In modo indiretto il bisogno di appartenenza cerca di soddisfare una serie di bisogni primari, le cui radici si fondano sulla volontà di cooperare e di intessere relazioni con i nostri simili, basate sulla condivisione di interessi e obbiettivi comuni.
Il bisogno di appartenenza nasconde quindi delle insidie quando esso diventa la motivazione che alimenta la nostra scelta di diventare trader. Esso infatti esiste a prescindere e si modifica a seconda delle circostanze, rispetto al luogo e alla cultura delle persone con le quali ci relazioniamo.
Sono infatti queste le due variabili capaci di formare in seguito quell’immagine con la quale rappresentiamo il nostro bisogno, connotandolo con una situazione che può essere un gruppo, un movimento politico, il perseguimento di un’ideale o un lavoro. Queste variabili sono ben lungi dall’essere stabili e si modificano facilmente a seconda del grado di coinvolgimento che stabiliamo nelle relazioni e nel contesto nel quale andiamo a vivere. Cercare di soddisfare il bisogno di appartenenza identificandolo nel trading, risulta necessariamente in un’idealizzazione frutto del modo in cui esso è mostrato dalla pubblicità, dal cinema, o da chi è interessato economicamente ad attirare a sé persone, che vogliono imparare a fare questo mestiere.
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Ogni individuo vuole sentirsi competente e riuscire a realizzare nella sua vita ciò che è espressione della sua capacità e delle sue conoscenze. Questo al fine di potersi presentare agli altri ed essere riconosciuto. Indirettamente in questo modo siamo in grado di selezionare le persone con le quali intratteniamo le nostre relazioni, sviluppando rapporti più soddisfacenti ed essendo appagati al contempo dalla stima ricevuta per le nostre capacità.
Il bisogno di stima nel trading si rivela un arma a doppio taglio, nonostante esso sia in grado di sostenere più di altri bisogni, la costanza necessaria nell’alimentare la spinta a confrontarci ogni giorno con il mercato, esso può rivelarsi a un certo punto una fonte di errori e bias cognitivi, creando una spirale negativa che alimenta la crescita del bisogno di stima, cercando di raggiungerla con l’apertura di nuovi trade che risultano infine perdenti. Questo soprattutto se abbiamo parlato agli altri dei nostri obbiettivi lavorativi e patrimoniali.
Il bisogno di autorealizzazione fa riferimento essenzialmente a ciò che costituisce la propria identità. Poter soddisfare il bisogno di sentirci realizzati significa edificare un’identità che sostituisce e modifica una parte della nostra storia, sia colmando il senso delle nostre esperienze passate, sia riscattandoci da alcuni eventi. Tutto questo in base ad aspettative che abbiamo costruito nel tempo con la nostra complicità e quella degli altri, i quali hanno immaginato per noi e suggerito nel tempo, potenzialità, occupazioni, ruoli sociali.
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Si tratta quindi dell’aspirazione a voler realizzarci come individuo, rispecchiando tutte le spinte motivazionali riconducibili a fattori interni in manifestazioni esterne. Questo bisogno coinvolge quindi numerose sensazioni, riconducibili ad altri bisogni e frutto di esperienze passate.
Se prendiamo consapevolezza di questo, non possiamo quindi ignorare quanto questo bisogno sia in grado di costruire e realizzare una spinta tanto forte quanto pericolosa, in quanto pur di essere soddisfatto è in grado di farci ignorare i segnali più frequenti che ci indicano gli errori e i pericoli a cui sottoponiamo il nostro capitale, che durante la nostra operatività rischiano di diventare uno di quei fattori che ci impedisce di prendere la giusta consapevolezza dei nostri limiti, in tempo per fermarci e riadattare la nostra strategia.
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