Da Mosca altro duro attacco (verbale) al nostro Paese. La minaccia è la solita, quella di un inverno gelido.
Intanto arriva la risposta puntuale dell’Unione Europea. Quella del Cremlino è follia e intanto si preparano le strategie per il contenimento dei costi.
Da Mosca non si perde occasione per insinuarsi con tanto di veleno nella battaglia elettorale che sta avendo luogo in queste settimana nel nostro Paese. Nella fattispecie a prendere la parola è stato il ministero degli esteri russo nelle vesti di Maria Zakharova.
La portavoce si scaglia con impeto contro la strategia di riserbo del gas messe in piedi dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Stando al parere della rappresentante di Mosca quelli che patiranno le pene maggiori saranno gli italiani. Ma non è tutto. Parole al veleno anche contro il programma predisposto a contrasto dei rincari energetici. Stando all’opinione dei russi sarebbe dettato da Washington all’Unione Europea, e, quindi da Bruxelles a Roma.
La reazione di Cingolani non si è fatta attendere. Mosca palesa ancora una volta una mentalità totalitaria. Per il Ministro l’Italia non risponde ai dettati di terzi, ma agisce come uno Stato libero e democratico. Allo stesso tempo fa fronte comune con l’Unione Europea per la risoluzione delle problematiche relative alla questione energetiche.
Così si è espresso Cingolani in occasione di una intervista concessa alla celebre testata Corriere della Sera.
Il Ministro rincara la dose e risponde alla Zakharova con parole altrettanto pungenti e per i cittadini italiani rincuoranti:
Sono loro che stanno dando grande sofferenza ai cittadini russi, mentre noi non daremo grande sofferenza ai nostri. In pochi mesi, con una operazione ampia di differenziazione delle sorgenti, abbiamo dimezzato la dipendenza dal gas russo. E grazie al nostro programma la dimezzeremo ulteriormente.
La reazione non giunge solo dal nostro Paese. A dire la sua è anche Bruxelles. Quelle di Mosca sono affermazioni fuori da ogni logica, così il rappresentante della Commissione Eric Mamer, che non si dilunga inutilmente a commentare e a cadere nelle provocazioni.
E nel frattempo l’Unione europea si appresta alla preparazione di una strategia per il contenimento dei costi energetici. Stando a quanto segnalato dal Corriere, la mozione dovrebbe essere accolta il prossimo giovedì 15 settembre a seguito dell’intervento della presidente Ursula von der Leyen.
Il piano includerà un massimale al costo dell’elettricità prodotta da centrali differenti dal gas. Le disposizioni dovrebbero avere la tempistica di 365 giorni e la soglia dovrebbe aggirarsi sui 180 euro ogni megawatora.
I Paesi potranno distribuire nuovamente i fondi recuperati alle categorie più sensibili e alle Pmi. Si discuterà anche di una potenziale imposta sugli utili in arrivo dall’estrazione di petrolio e gas o sul ricavo inerenti le estrazioni.
Tra le iniziative anche un provvedimento per abbassare la richiesta di elettricità negli orari di punta tramite sostegni ad aziende e nuclei familiari.
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