Monte dei Paschi di Siena è attualmente la più antica banca del mondo ancora operativa. Tuttavia i destini economici dell’istituto sono incerti da diversi anni.
Monte dei Paschi di Siena si trova oggi in una situazione economica compromessa e figlia del connubio di finanza e controllo politico.
Dopo gli incrementi nella produttività e nell’offerta di servizi, rivolti sia alle imprese che ai privati Mps sembra finalmente uscire dalla sua situazione di fragilità. Mps potrebbe finire in mani francesi arrivando a concludere le sue vicende con l’arrivo di Credit Agricole. Fino a oggi le soluzioni al vaglio non consentivano l’uscita del Mef dal capitale senza che questo toccasse gli interessi delle parti coinvolte.
Già ad aprile il ministro Franco si era detto aperto a qualsiasi ipotesi, ma le condizioni poste sembrano impedire una svolta concreta. Il precedente fallimento delle trattative con UniCredit di Andrea Orcel, hanno messo in evidenza quali siano le difficoltà per un eventuale acquirente fuori dall’intricato sistema di contrappesi del settore bancario italiano.
Monte Dei Paschi di Siena ha concluso il 2021 con risultato operativo netto positivo per 629,2 milioni di euro. Un miglioramento notevole rispetto al rosso di 20,3 milioni contabilizzato nel 2020. Con un utile netto pari a 309,5 milioni tra le opzioni più adeguate e probabili ci sono quelle con Amundi su Anima Holding, che rappresenta un’operazione ancora di più largo respiro per avvicinare Crédit Agricole alla Banca senese.
Franco conferma l’obiettivo del Mef di conseguire una congrua dilazione, effettuando la dismissione della partecipazione in tempi adeguati. Ogni offerta e circostanza va valutata attentamente; la prerogativa di ogni accordo passa quindi dall’uscita sostenibile per il sistema economico della partecipazione statale.
Con la scadenza per l’uscita del Tesoro dalla banca concordata con l’Ue, già ampiamente sforata. Crédit Agricole potrebbe consolidare la sua posizione come acquirente e sedersi al tavolo delle trattative per Monte dei Paschi.
MPS ha oggi problemi di natura finanziaria, patrimoniale e anche organizzativa. Queste risalgono all’acquisto nel 2007 di Banca Antonveneta a un prezzo esorbitante, a cui si aggiungono anni di errata contabilizzazione dei crediti deteriorati. Sono a oggi molti i risparmiatori che hanno visto dilapidati i propri risparmi per aver comprato azioni od obbligazioni emesse dalla banca. Ingenti perdite che hanno comportato la condanna in primo grado di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola; oltre a questo una recente sentenza la Corte di Cassazione del 22 giugno 2020 ha definitivamente appurato la responsabilità della Direzione di MPS per aver depauperato il patrimonio della Banca tra il 2008 ed il 2012.
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