Monete che sono entrate di diritto nella storia della numismatica italiana. Riscontri e valutazioni di versioni celebri.
Alcune monete sono entrate di diritto nel percorso storico di un determinato paese. Il motivo è semplice, tanti, forse troppi i fattori che accomunano proprio quel percorso, anno dopo anno, di una singola moneta con le fasi più o meno determinanti della storia di un paese. Momenti tragici o di forte passione, d’entusiasmo, di presa di coscienza, o di grande dramma. In tutto ciò, le monete, sempre presenti, chiaramene rappresentano forse i testimoni più fedeli e puntuali possibili. Il loro valore, di conseguenza va ad aumentare man mano che gli anni passano e che certi fattori divengono ancor più determinanti.
Nel corso dei decenni, quindi, abbiamo visto centinaia di monete alternarsi tra le nostre mani, le nostre tasche. Immagini, sfondi, scritte, datazioni, ogni cosa, ogni fattore determinante per stabilire in un futuro di certo non lontano una valutazione fedele di quel determinato percorso numismatico, perchè spesso di quello parliamo. Non il semplice conio, la semplice realizzazione di una moneta, ma un vero e proprio percorso condito da esperienze e versioni quindi diverse dello stesso prodotto. La moneta che negli anni cambia veste, cambia volto, in qualche modo si adatta anche ai tempi è la prova lampante proprio di quel vissuto.
Una di queste monete che hanno legato il proprio nome a doppio mandato alla storia del nostro paese è certamene quella da 100 lire. La sua versione più rara, e forse più celebre è quella definita Minerva, per via della rappresentazione, per l’appunto della dea Minerva su una delle due facciata, coniata in versione di prova nel 1954. Numerose le versioni di questa particolare moneta, coniata in effetti fino al 1989 , ma soltanto poche quelle realmente meritevoli di attenzione. Su tutte, quella citata e qualche esemplare degli anni immediatamente successivi.
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La versione datata 1954 in versione prova, oggi, in perfette condizioni di mantenimento, parliamo quindi di un fior di conio può valere circa 3000 euro. Discorso diverso per la versione coniata l’anno successivo, siamo quindi nel 1955. Un esemplare, anche qui in perfette condizioni può valere tranquillamente una cifra molto vicina ai 1000 euro. Nel dettaglio il valore anno dopo anno di queste monete è il seguente:
Dopo il 1962 entriamo in un campo di valutazione completamente diverso, con cifre assolutamente più basse in linea di massima. I valori sono quindi i seguenti:
Da segnalare inoltre le versioni coniate nei primi anni novanta di “mini” 100 e 50 lire. Monetine che non hanno mai trovato un felice riscontro nel gradimento degli italiani. Il loro valore, oggi si attesta a pochi euro per pezzo. Altre versioni di 100 lire che negli anni hanno acquisito un certo rispetto negli ambienti del collezionismo sono quelle di fatto definite celebrative. Nel caso della moneta da 100 lire abbiamo tre esemplari su tutti che in qualche modo hanno fatto parlare, più di altri, di se. La moneta da 100 lire coniata negli anni settanta per celebrare Guglielmo Marconi, quella coniata per celebrare la Fao e quella per celebrare l’Accademia navale di Livorno.
Quella in assoluto più preziosa è la versione coniata per celebrare i 100 anni della nascita di Guglielmo Marconi. Siamo ne 1974. Oggi quella moneta può valere circa 350 euro nella sua versione in argento. In metallo Acomonital, invece il suo valore scende a 250, chiaramente sempre considerando le ottime condizioni dell’oggetto. Poco valore, invece, paradossalmente per le tanto decantate 100 lire coniata per la Fao e per l’Accademia navale di Livorno. Veri e propri pezzi di storia italiana insomma. Monete che in alcuni casi si sono legate perennemente alle sorti del nostro paese. Piccoli cimeli, piccoli tesori, piccole gemme, forse ancora in casa nostra in alcuni casi, o almeno si spera. I collezionisti, in ogni caso, sono sempre attenti alle occasioni migliori per riuscire ad “investire” su veri e propri pezzi si storia come questi.
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