Il collezionismo di monete rare, per molte persone una passione, mentre per altri si tratta di una vera e propria forma di investimento.
A dare più soddisfazioni oltre le monete emesse per commemorazioni storiche con tiratura limitata anche le cosiddette monete di prova.
Ci sono esempi che possono dare un’idea della differenza tra queste due categorie in grado di essere fonte di importanti guadagni. Molto difficili da trovare queste monete rare sono tra le poche che chi fa compravendita di monete al fine di investimento vorrebbe collazionare.
Ricercatissime tra le monete commemorative in fior di conio ad esempio quelle “Flora e Fauna nell’arte”, coniate dal 2011 al 2016 e dedicate alle correnti letterarie. Le prime furono a tema “Antica Roma” e poi negli anni successivi emissioni dedicate al Medioevo, Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo e Rococò.
Proprio queste ultime due del valore nominale di 20 e 50 euro hanno il maggiore successo tra i collezionisti. Queste monete non sono antiche e nemmeno particolarmente rare. L’esemplare da 20 euro ha una tiratura di 1200 pezzi mentre quella da 50 euro ha un totale di 900 pezzi. A distanza di più di 6 anni, il loro valore è praticamente raddoppiato tanto che chi dovesse venderlo oggi potrebbe guadagnare fino a 2.000 euro.
Monete di prova in fior di conio del ventennio fascista
Per quanto riguarda le monete di prova un esempio è quella coniata in quattro versioni e in tre anni differenti. Si tratta della moneta coniata durante il ventennio fascista nel 1936, 1939 e 1942.
- Sul dritto della moneta compare la testa del re, nuda, rivolta verso destra e contornata dalla dicitura “VITT. EMAN. III RE E IMP”. In basso appare invece il nome dell’autore, ovvero “G. ROMAGNOLI”.
- Sul rovescio c’è l’aquila imperiale ad ali spiegate, con le zampe su un fascio littorio, sormontata dalla scritta “ITALIA”. Oltre a essere una moneta relativamente antica lungo il bordo di questa è presente la scritta “PROVA”.
Il valore di mercato di queste tre versioni è diversa; la prima di questa coniata nel 1936 ha una quotazione presentata in fior di conio che si aggira intorno ai 1200 euro.
Di questa versione di prova, come abbiamo già anticipato, ne esistono 4 versioni. Quella coniata nel 1936 XIV, realizzata in nichelio, ha un diametro di 24 mm e un peso di 6 g. Rispetto alle altre, ha una rarità R3 e il suo valore di mercato si aggirerebbe intorno ai 1.200 euro, se in FDC.
Le altre due versioni del ’39 e del ’42 sono la prima in acmonital e la seconda è presente sia in alluminio che in bronzo. La versione del 1939 ha la scritta “PROVA” posta orizzontalmente sopra la data mentre le altre due ne sono entrambi prive. I loro valori di mercato sono eccezionali; classificate con rarità R4, queste 3 versioni hanno una quotazione rispettivamente di 3000 euro, 2300 per la prima del 1942 e di circa 1000 euro per la seconda dello stesso anno.
In caso di ritrovamento si consiglia di contattare un esperto numismatico ed evitare le compravendite di esemplari rari sul web che possono rivelarsi truffaldine.