Monete, quella da 20 lire fa innamorare i collezionisti: ecco quanto vale

Una moneta unica nel suo genere per ciò che ne ha caratterizzato l’esperienza. La sua valutazione oggi è da sogno. I dettagli.

Monete

Il percorso nell’arco dei decenni di determinate monete può essere caratterizzato da momenti di vera e propria gloria. Momenti alternati ad altri di quasi innocua esistenza, si potrebbe dire. Tra le lire, abbiamo spesso incontrato monete che in qualche modo hanno rappresentato  per il nostro paese una fedele testimonianza di cosa siano stati realmente, cosa abbiamo significato nei fatti particolari epoche. Il novecento ha visto il nostro paese entrare ed uscire da momenti bui. Momenti quasi sempre caratterizzati poi da simboliche rinascite, quasi sempre raccontate proprio attraverso le monete man mano coniate.

Gli esempi in qualche modo si sprecano, abbiamo le monete del dopoguerra, che hanno caratterizzato lal fase di ritorno ad una graduale normalità, soprattutto per quel che riguarda il secondo momento post bellico. Monete che hanno accompagnato l’Italia verso il boom economico degli anni sessanta, e che prima ancora l’anno introdotta in una fase in cui tutto potenzialmente sembrava possibile.

La moneta da 100 lire coniata nel 1958, ad esempio, che oggi vale circa 100 euro oppure le numerose versioni della celebre 50 lire, che oggi raggiunge in alcuni casi valutazioni assolutamente eccezionali, si parla anche di parecchie centinaia di migliaia di euro. Un altro esempio di certo non secondario può essere rappresentato dalla moneta a 20 lire.

Monete, il gioiello da 20 lire e le sue numerose versioni

20 lire 1927
Ebay

La moneta da 20 lire ha vissuto il periodo di suo massimo splendore, con molta probabilità tra gli anni 20 e 30 del novecento. Anni particolari, caratterizzati dalle fasi più decisive forse del ventennio fascista, da ciò che forse più di ogni altra cosa ha di fatto caratterizzato quell’esperienza. Il momento di apparente ripresa, la guerra appena vissuta che sembrava soltanto un vecchio ricordo in un contesto europeo che in quegli anni non ha mai abbandonato del tutto l’idea di un nuovo conflitto mondiale. Nel 1927, il Governo fascista conia, per celebrare il settimo anniversario della marcia su Roma, una moneta speciale.

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La moneta in questione, da 20 lire, fu subito ribattezzata “Littore e Italia genitrice”. Su una delle sue facciate, un uomo fa il saluto romano ad una donna, rappresentante simbolicamente l’Italia. Intorno decorazioni di casa Savoia ed in più l’anno di conio e quello fascista. Dall’altro lato, il profilo di re Vittorio Emanuele III. Questa moneta, in quel particolare momento storico celebra i fasti i o presunti tali di un evento che sembrava potesse catapultare il paese in un successivo susseguirsi di benessere e prosperità. Sappiamo tutti come è andata, ma la memoria resta, la testimonianza di una moneta resta indelebile.

Nel 1927, furono coniati circa 4 milioni di questa moneta, non di certo pochi, considerando il periodo storico, ma nonostante tutto un esemplare in perfette condizioni oggi può valere anche 700 euro. L’anno successivo quindi il 1928, ancora meno esemplari coniati ed un valore, oggi, sempre in perfette condizioni di circa 1000 euro. Discorso completamente diverso per le versioni coniate dal 1929 in poi. In quel caso, all’epoca si produssero esemplari esclusivamente da collezione con tirature bassissime che in alcuni casi arrivavano anche a 50 unità per versione.

Le monete da 20 lire coniate negli anni 930, 1932, 1933 e 1934 hanno oggi un valore stimato in circa 400 euro. Considerando le sempre eccellenti condizioni di conservazione. Discorso diverso per quelle coniate invece tra il 1929 ed il 1931. Oggi, possono valere  sempre in base alla condizioni di mantenimento circa massimo 200 euro. La storia di certe monete è quindi bizzarra, a volte, momenti di massimo splendore ed altri di quasi anonimato, il mercato, anche in questo caso detta le sue spietate regole.

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