Moneta digitale e criptovalute: i contanti hanno ancora senso?

Il ribasso del Bitcoin delle scorse settimane non sembra aver preoccupare minimamente gli investitori, che scommettono su un futuro digitale trainato dalla rivoluzione tecnologica in atto.

Bitcoin, la criptovaluta per eccellenza, scambia attualmente in rialzo sopra i 50 mila dollari, consolidando il trend rialzista dopo uno storno dei prezzi che nell’ultima settimana di febbraio aveva inizialmente fatto temere per la nota volatilità con la quale è solito accelerare sui ritracciamenti.

Nonostante i volumi siano in calo da circa un mese, il Bitcoin prosegue in modo regolare con una proporzione tra le sue fasi cicliche, tali da consentire a chiunque di notare come la volatilità che da sempre lo ha caratterizzato è diventata meno erratica. È il caso di dire che quello che è considerato un asset alquanto speculativo, potrebbe concretizzare un trend regolare generato da volumi con un’ottica a lungo termine.

Qualcosa sta cambiando, concretamente, come evidenzia anche Mathew McDermott, Global Head of digital assets di Goldman Sachs. In un’indagine condotta su circa 300 clienti della Banca d’affari, è risultato che circa il 40% di loro ha delle posizioni aperte sulle criptovalute. Non solo comuni investitori privati dunque, ma fondi d’investimenti, banche e una grande fetta del settore istituzionale. La stessa Goldman Sachs, dopo aver inizialmente visto con scetticismo la possibilità di mettere a disposizione la criptovaluta tra i suoi servizi di investimento, ricomincerà a offrire il future Bitcoin verso la metà di questo mese.

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Non solo exchange e portafogli digitali ma la stessa Mastercard permetterà ai suoi clienti di poter effettuare transazioni con alcune criptovalute.

C’è da chiedersi quindi se è il caso di mettere finalmente da parte i pregiudizi che abbiamo accumulato negli anni, per lasciare il posto a una considerazione più realistica, sebbene comunque tutta da verificare; qualora una o più criptovalute venissero adottate su larga scala e utilizzate quotidianamente in modo da evidenziarne gli eventuali limiti, la tecnologia, la sicurezza e gli effetti che il l’anonimato di alcune di esse può generare sull’ordinamento giuridico.

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