Sono tempi di pesanti indebitamenti per molte piccole e medie imprese, incapaci ancora oggi di “smaltire” le scorie di due pesantissimi e penalizzanti anni di pandemia, quelli che non solo ci hanno fatto vivere nella paura e nell’incubo dei contagi e dei decessi, ma hanno anche messo in ginocchio l’economia nazionale.
Difficile, se non impossibile, per molti piccoli imprenditori, per molte imprese a conduzione familiare, per esempio versare regolarmente i contributi Inps legati alla p.iva, ed è per questo che ora fioccano le cartelle esattoriali, come colpi di mannaia, da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Le multe in arrivo da Equitalia ci spaventano sempre e ci gettano nello sconforto. Ma oltre alla consueta possibilità delle rateizzazioni, rimanendo però nell’arco di determinati tempi normativi per inoltrare la domanda, esiste anche la chance di chiedere la cancellazione di una parte del debito, se non addirittura di provare a cancellare del tutto le sanzioni.
In questo caso non parliamo del famoso saldo e stralcio, o del percorso di rottamazione delle cartelle, che attraverso una richiesta immediata consente di ridurre il debito nei confronti del fisco.
Siamo di fronte alla possibilità, invece di azzerare anche tutto il dovuto, qualora naturalmente la nostra posizione rientri in determinati criteri.
Attenzione, perché con il Fisco non si scherza. I debiti non pagati possono portare anche ad estreme conseguenze come il pignoramento del conto corrente, oppure ancora al fermo amministrativo dell’auto.
Si può arrivare addirittura, nel peggiore dei casi, all’ipotecamento della casa di proprietà.
L’Agenzia delle Entrate ha il potere, del resto, per metterci all’angolo e in alcuni casi per renderci la vita impossibile, fino a costringerci, sotto il peso dei debiti, alla chiusura definitiva della nostra attività.
Nei peggiori casi di indebitamento nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, tuttavia non tutto è perduto. Da parte nostra, infatti, potrebbe esistere una posizione di difficoltà tale, che il Fisco non può davvero pretendere nulla.
Insomma, ma deve essere un Giudice a stabilirlo, se non abbiamo beni di proprietà e se il nostro indebitamento è davvero alto, possiamo trovarci nella posizione di non correre alcun rischio.
In parole povere, chi non ha mezzi e non può pagare, non pagherà nulla. Certo il Fisco non molla e potrebbe provarle tutte, ma affidandoci a un buon legale possiamo ridurre al minimo il debito se non addirittura cancellarlo del tutto.
Chi non ha mezzi per pagare, secondo la legge non è tenuto a farlo. La soluzione è più semplice di quanto si pensi. E dal momento che non ha nulla, qualsiasi azione forzosa non ha possibilità di andare in porto da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Da verificare se, nella posizione, di non poter pagare, i tuoi debiti possono però ricadere sui tuoi familiari.
Ma ripetiamo, deve essere un Giudice a stabilire che un contribuente è effettivamente in condizioni tali da essere esonerato definitivamente dal pagamento delle cartelle.
La legge, quindi in alcuni casi, ci viene incontro: si chiama, dal punto di vista normativo, procedura di sovraindebitamento.
Come funziona tecnicamente? Puoi davvero, in casi estremi, arrivare a non pagare i debiti, sia quelli diretti verso il Fisco, sia quelli che riguardano i privati.
La procedura si applica ovviamente, da parte dei Tribunali, con molta “parsimonia”. La procedura riguarda chi non ha nulla e non ha la forza per trovare risorse. E che magari vive con un sussidio statale. Molto dipende da ogni singola situazione, perché si tratta di una soluzione limite questa, che i Giudici in genere applicano nei casi più gravi.
Di conseguenza, non pagherai le cartelle esattoriali se davvero non ne hai la possibilità. Di recente, i Giudici hanno anche snellito le procedure per l’ottenimento del sovraindebitamento, che quindi non rappresenta una meta irraggiungibile.
Può succedere anche di non riuscire a raggiungere il risultato pieno della totale cancellazione del debito, se per esempio si posseggono entrate fisse sulle quali contare, oppure se si possiedono piccole proprietà, come un casa, come un’auto.
Allora il Fisco accondiscende a cercare soluzioni intermedie, magari dimezzando il debito, provando a trovare una intesa che rappresenti un’equilibrata via di mezzo tra le parti.
In pratica al debitore viene concesso il “favore” di pagare solo una minima parte dei debiti, azzerando le pendenze totalmente. In genere uno sconto che riduce ad 1/5 il corrispettivo da versare e pure in comode rate. Per attivare la procedura il debitore deve rivolgersi ad un ente che si chiama “Organismo di composizione della crisi”.
Insomma, non tutti i mali vengono per nuocere, e non è una frase fatta. E come sempre, di fronte a un debito, anche pesante, non perdere la calma è la parola d’ordine, anche se spesso, in preda alla disperazione più totale, è più facile a dirsi che a farsi.
La prima soluzione è quella di affidarsi, sempre, nelle mani di esperti, di legali, che possano guidarci nel modo migliore, per trovare la via d’uscita per quella che all’inizio può sembrare davvero una fitta giungla senza uscita.
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