Microsoft è oggi la più grande preoccupazione di Jeff Bezos

Jeff Bezos 57 anni è riuscito a guidare fino a oggi la sua azienda fondata nel 1994 con soli 10 dipendenti e una crescita record che dal 2018 al 2020 ha avuto un rendimento che è passato dai 240 miliardi di dollari del 2018 fino 380 miliardi del 2020.

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Jeff Bezos ha lasciato i primi giorni di luglio la guida di Amazon, pur ritagliandosi il ruolo di presidente esecutivo nel consiglio di amministrazione.

Nonostante la sicurezza del suo successo imprenditoriale e patrimoniale, alla vigilia del ventisettesimo anniversario di Amazon.com un insistente preoccupazione sembra essere diventata il centro delle riunioni dell’azienda. Jeff Bezos un tempo ossessionato dall’attenzione e dalla cura per i propri clienti, di cui ha fatto uno dei punti di forza e tratti distintivi dei suoi servizi, è oggi mosso dalla preoccupazione nei confronti di Microsoft, uno dei suoi maggiori competitori.

Se globalmente Amazon rappresenta il 13,7% dei prodotti venduti online, negli Stati Uniti incide per più del 54%. Già oggi sarebbe quindi in grado di imporre con la sua quota di mercato un ruolo di eccezione ai suoi servizi, tuttavia Amazon Web Service che fornisce servizi di cloud computing su un’omonima piattaforma online, è in svantaggio rispetto il pacchetto offerto da Microsoft 365 e dalla crescente fetta di mercato, che sta eliminando i margini di guadagno per le aziende del settore, soprattutto grazie anche alla sinergia con il suo servizio cloud Azure.

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Perchè le scelte dei consumatori avvantaggiano Microsoft a discapito di Amazon

Le scelte dei consumatori stanno prediligendo la più famosa azienda di software e servizi informatici. Microsoft diventa sempre più in grado di avvantaggiarsi grazie all’integrazione del suo sistema operativo con il resto delle applicazioni e dei servizi dedicati. In questo modo Amazon Web Service sembra potenzialmente destinato a risentire della mancanza di un ambiente dedicato e popolare che permette ai clienti di dare continuità alla loro esperienza lavorativa.

Per risolvere il problema il team Amazon sta prendendo in seria considerazione di stringere accordi con altre piccole aziende in competizione nello stesso settore, come Slack e Dropbox, al fine di unire in un unico pacchetto e a un prezzo vantaggioso le applicazioni e i servizi offerti dai diversi provider.

Questi giorni Amazon ha confermato la sua posizione nella competizione diretta nei confronti di Microsoft, con il Pentagono che ha deciso di diversificare per questioni di sicurezza i provider dei servizi utilizzati quotidianamente dal governo degli Stati Uniti. Questo ha fatto perdere a Microsoft un appalto da 10 miliardi di dollari che verranno ripartiti tra i due colossi del settore digitale. Attualmente Amazon è arrivata a una capitalizzazione di 211 miliardi di dollari con le quotazioni che alla notizia sono salite in tre giornate del 7%.

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Le responsabilità del nuovo amministratore delegato Andy Jassy

Amazon, grazie alla competitività dei servizi e all’attenzione alla clientela è oggi una delle aziende quotate in borsa più promettenti e capitalizzate. Il nuovo amministratore delegato Andy Jassy dovrà guidare ora le scelte di investimento chiedendo ai vertici aziendali di accelerare nell’escogitare soluzioni innovative al fine di riuscire a competere contro Microsoft, che con il suo servizio di email, di messaggistica e di scrittura, detiene oggi 86% della quota di mercato e il 20% dei servizi di cloud.

La rivalità tra le due aziende è stata amplificata dalla recente assunzione di Maren Costa una dipendente veterana nell’azienda di Jeff Bezos, che è stata licenziata per le sue critiche circa le condizioni antigeniche nella quale lei e i suoi colleghi erano costretti a lavorare durante la pandemia.

Costa che ha lavorato per Amazon negli ultimi vent’anni come web designer è stata in seguito assunta nello stesso ruolo da Microsoft, che ha fiutato l’occasione per venire a conoscenza dei processi aziendali e delle politiche interne all’azienda. Maren Costa è stata infatti una dipendente attiva nell’influenzare le politiche di Amazon concernenti il rispetto dell’impatto ambientale e degli standard ecologici, per l’annullamento delle emissioni date dall’attività dell’azienda di Seattle entro il 2040.

Successivamente a questa decisione molte altre aziende sono state coinvolte nell’iniziativa fino alla fondazione della Climate Pledge Arena, con l’obbiettivo di portare avanti gli obbiettivi ecologici con il coinvolgimento del settore imprenditoriale e industriale di Washington e degli Stati Uniti.

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