Il forex è influenzato anche da fattori e attori secondari che incidono su di esso per vie traverse: riconoscerli è importante, vi diamo qualche esempio
Quando si parla di forex ci si riferisce a dinamiche concatenate: tassi di interesse, inflazione, politiche monetarie delle banche centrali e via discorrendo. In realtà, dietro questo apparente ordine, il mercato valutario è molto più complesso e imprevedibile di quanto sembri.

Oltre agli attori istituzionali e ai grandi fondi di investimento, esistono fenomeni meno noti che influenzano le fluttuazioni valutarie in modi sorprendenti. Alcuni di questi riguardano la sfera della finanza non convenzionale: dalle valute simboliche emesse da micronazioni, alle eventuali anomalie nel trading causate dalle tempeste solari, fino ai fenomeni di distorsione cognitiva che possono alterare la percezione dei dati macroeconomici. Chi è un esperto di trading probabilmente nel tempo ha studiato anche tutte queste dinamiche, ma non è detto: c’è anche chi investe e non è a conoscenza di ciò.
Questi elementi sono spesso ignorati dai trader retail, per comprenderli bisogna andare oltre la superficie e osservare il forex da una prospettiva più ampia, in cui la geopolitica, la scienza e persino la psicologia giocano un ruolo fondamentale. Vediamo quindi come tre fenomeni poco conosciuti possano alterare il funzionamento del mercato valutario in modi inaspettati. Una volta che si considerano questi esempi si diventa anche molto più intuitivi sul mercato.
3 elementi che influenzano il forex: i trader devono interiorizzare questi esempi
1. Le “micronazioni” e il loro ruolo nascosto nel forex
Le micronazioni sono entità che si autodefiniscono come nazioni ma non sono riconosciute dalla comunità internazionale. Alcune di queste, come Sealand o il Principato di Hutt River, emettono valute simboliche che però non hanno corso legale. Queste valute possono essere utilizzate in circuiti finanziari paralleli, spesso come strumenti di speculazione o riciclaggio.

Durante crisi diplomatiche o scenari geopolitici instabili, queste valute definite “fantasma” possono essere sfruttate per bypassare sanzioni internazionali. Si possono andare così a creare micro-mercati con spread e volatilità anomali, che sono monitorati da agenzie di intelligence finanziaria, ma raramente discussi apertamente proprio per non farli intercettare da autorità internazionali.
Ma perché queste valute interessano il forex?
Alcune piattaforme non regolamentate le trattano come asset rari, creando micro-mercati con spread e volatilità altissimi paralleli al forex, al quale però non partecipano tutti gli operatori: lavorano al buio, di soppiatto e questi scambi di capitali non registrati potrebbero influenzare nel tempo anche il forex stesso. Quindi sebbene non influenzino direttamente le grandi coppie valutarie, questi fenomeni mostrano quanto il forex si estenda oltre le dinamiche tradizionali.
2. L’impatto delle tempeste solari sulla liquidità del forex
Le transazioni valutarie ad alta frequenza (HFT) dipendono da connessioni ultraveloci tra data center situati a New York, Londra, Tokyo e altri hub finanziari. Tagliano frazioni di secondo: si tratta di azioni con un’accelerazione massima e continua, e cosa accadrebbe se una tempesta solare colpisse anche queste reti di comunicazione? Facciamo un passo indietro. Negli ultimi mesi si è parlato spesso di tempeste solari o tempeste geomagnetiche, anche sfruttando la terminologia per generare attenzione e curiosità su un fenomeno che in realtà non è affatto una novità.

Sulla superficie solare esistono diversi campi elettrici e magnetici che nel tempo possono creare “espulsioni di massa coronale”. Ovvero un’emissione di particelle che insieme formano il vento solare, che a sua volta inizia a viaggiare per milioni di km nello Spazio, arrivando così anche nella nostra atmosfera terrestre.
Questi brillamenti solari sarebbero anche causa delle aurore boreali che negli ultimi anni si sono manifestate in zone del tutto inusuali, perché una volta incontrato il campo magnetico terrestre, le particelle provenienti dal Sole prenderebbero i colori mozzafiato infiammando il cielo.
Queste tempeste geomagnetiche portano diversi rischi, in base alla loro intensità. Ciò che ha fatto parlare così tanto di loro in questi mesi passati è stata proprio l’intensità con cui hanno raggiunto la Terra. Per esempio, una tempesta geomagnetica di grado G3 può causare problemi nei sistemi di navigazione e anche blackout radio.
Se dovesse superare il livello e arrivare a un G4, o peggio, a un G5, allora i rischi potenziali sarebbero molto più alti, fino a un blackout generale in ampissime zone. In questo senso, le tempeste geomagnetiche possono interrompere le trasmissioni satellitari e i cavi sottomarini: in questi mesi non è successo, ma potrebbe accadere.
L’interruzione di queste trasmissioni ovviamente avrebbe riscontri enormi anche sui mercati finanziari, come ritardi anche di millisecondi negli ordini di trading. Per un hedge fund che opera con algoritmi ad alta frequenza, questo può significare vere e proprie perdite milionarie.
E se si creassero blackout di diverse ore, è facile immaginare quali sarebbero gli scompensi sui mercati: disallineamenti tra i prezzi in diverse borse mondiali e panico generale alle stelle. Gli effetti sul forex potrebbero distorcere i flussi di ordini tra i data center di New York, Londra e Tokyo.
E ciò a sua volta potrebbe creare arbitraggi “fantasma” o gap di prezzo improvvisi, influenzando significativamente la liquidità del mercato, vittima della distorsione dovuta ai lag temporanei nelle comunicazioni. Le grandi istituzioni quindi monitorano sempre l’attività solare per prevenire questi rischi, ma pochi trader retail ne sono consapevoli.
3. Il “Mandela Effect” e la manipolazione della memoria nei dati macroeconomici
L’effetto Mandela è invece un fenomeno psicologico per il quale grandi gruppi di persone tenderebbero a ricordare un evento in modo errato. Ma cosa succede quando questo fenomeno si applica ai mercati finanziari?
Per esempio istituzioni o governi possono modificare retroattivamente i dati pubblici andando così a influenzare la percezione pubblica del rischio. Ad esempio, le banche centrali potrebbero alterare lievemente i dataset storici su inflazione o PIL per giustificare politiche monetarie attuate. Ciò potrebbe inoltre creare bias nei modelli algoritmici utilizzati nel trading, perché porterebbe un cambiamento nelle strategie di investimento dei trader, basate però su una percezione distorta della realtà economica.
Per esempio nel 2015 il franco svizzero crollò improvvisamente dopo che la Banca Nazionale Svizzera abbandonò il peg con l’euro. Molti trader, in seguito, hanno affermato di “ricordare” dichiarazioni ufficiali che garantivano la stabilità del cambio, anche se tali dichiarazioni non erano mai state fatte. Un fenomeno di “memoria collettiva distorta” che ha portato a scelte sbagliate di investimento e che nel contemporaneo sarebbe accentuata dalla facilità di rimbalzo dell’informazione errata online.