Sul mercato immobiliare è in atto una rivoluzione sui mutui con i tassi variabili, superati da quelli a tasso fisso. Aumentano in molte città i prezzi delle case.
L’attuale congiuntura economica ha provocato effetti imprevisti su molteplici asset. L’oro che diminuisce di valore, le obbligazioni che si correlano in maniera diretta con le azioni etc.
Chi non ha rinunciato all’acquisto di una casa dovrà quindi fare attenzione ai cambiamenti tra i tassi di interessi dei mutui. Vi è infatti un importante differenza tra tasso fisso e variabile che ammonta a circa 1%.
Questo ha contribuito a indirizzare la domanda verso questi ultimi, più convenienti sul breve periodo. Nel secondo trimestre del 2022 si è registrato un aumento del 53% di mutui accesi con il tasso variabile, rispetto al periodo precedente. Non bisogna dimenticare che tuttavia le variazioni future possono rendere antieconomica questa scelta oggi preferita dal 15% dei mutuatari.
Il mercato sconta così i potenziali aumenti che tra luglio e settembre si potranno avere sul costo del denaro. Di fatto, l’andamento di un tasso variabile su un mutuo di oltre 20 anni è impossibile da prevedere. Questo genera l’incertezza che si traduce in uno sconto iniziale dei finanziatori che si garantiscono così, a livello statistico, un guadagno sul lungo periodo.
Chi sceglie un mutuo a tasso fisso ha la possibilità di assicurarsi un importo della rata che resterà invariato per tutta la durata del prestito. In questo modo può preventivare con sicurezza la spesa anche in condizioni di mercato avverse.
Tra le alternative ai mutui a tasso variabile c’è tasso variabile con cap. Questa soluzione consente di avvantaggiarsi della flessibilità degli interessi del tasso variabile ponendo una soglia massima al rialzo del costo del prestito. A oggi le famiglie italiane sono comunque in generale avverse al rischio di apertura di nuovi mutui. Nei primi sei mesi dell’anno sono calate del 23,4% le richieste di mutui e surroghe rispetto allo stesso periodo del 2021.
Al contempo secondo i dati del Barometro CRIF cresce l’importo medio dei mutui richiesti dagli italiani. Questo è dovuto sia del rialzo del valore degli immobili sia dalla contrazione della componente delle surroghe. Nei primi sei mesi dell’anno si è registrato un aumento dell’importo medio richiesto pari al 5,4% con un record del valore assoluto rispetto agli ultimi 10 anni.
Per quanto riguarda gli immobili invece i prezzi al dettaglio sono cresciuti nell’ultimo trimestre rispetto al precedente in media dello 0,7% e del 1,5% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Il prezzo medio al metro quadro delle abitazioni escluse quelle di nuova costruzione sono pari a 1.827 euro. I maggiori aumenti si registrano nel nord Italia con Bolzano, Vercelli e Rovigo che segnano rispettivamente incrementi del 8,9, 5,6 e 5,5%. Tra le città meno convenienti in cui acquistare un immobile ci sono ai primi tre posti: Milano, Venezia e Bolzano. Nel capoluogo lombardo si registra infatti il record di 4,828 euro al mq contro Roma che arriva ai 3000 euro al metro quadro.
Tramite una circolare pubblicata da poche ore, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sul Bonus Natale…
In arrivo due piccoli aiuti, ma comunque significativi. Ecco chi potrà usufruire del Bonus bebè…
Perché gli ETF piacciono agli investitori di Titoli di Stato e perché sono così ‘comodi’…
L’INPS chiarisce una volta per tutte la questione riguardante l’indennità di accompagnamento e il ricovero…
Pensioni bassissime: tante delusioni con il calcolatore dell’INPS, puoi fare una stima in anticipo di…
Sbloccate maggiorazioni e arretrati per persone vedove e invalidi: a quanto ammontano le cifre e…