Mercati deboli, buone notizie per l’Ue mentre il Regno Unito affonda sotto l’inflazione record

I mercati si sono complessivamente indeboliti, buone notizie per l’Ue, mentre rimane ancora incerto il rapporto diplomatico con la Cina.

Le borse mantengono l’incertezza pur proseguendo in un ottica rialzista; La Fed nel resoconto della riunione del 26-27 luglio non ha nascosto la possibilità di ridurre la propria aggressività in futuro.

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Questo fa pensare non solo all’intenzione di mantenere i tassi a livelli elevati, ma anche alla possibilità di una forte riduzione della crescita a cui la Fed dovrà necessariamente adeguarsi.

Ci sono buone notizie provenienti dai dati macroeconomici dell’Ue. L’eurozona ha visto sia Pil che occupazione in lieve crescita nel secondo trimestre 2022. Nonostante la guerra commerciale con la russa e quasi 6 mesi di timori per una recessione l’Eurostat mostra un aumento del Pil destagionalizzato nell’Ue dello 0,6% nel secondo trimestre con una previsione del 3,9% su base annua. Cresce anche il numero degli occupati che nel secondo trimestre è aumentato dello 0,3% congiunturale e del +2,4 su base annua.

A pesare sui listini del Vecchio Continente i dati dell’economia in UK e negli Stati Uniti

A pesare sui listini del Vecchio Continente una serie di dati, tra cui l’inflazione in Uk salita sopra il 10%, ai massimi da 40 anni e l’annuncio di Gazprom che prevede il raddoppio del prezzo del gas entro la fine dell’anno. Il listino peggiore è stato quello tedesco che ha perso oltre il 2%.

Per quanto riguarda l’Italia l’azionario si mostra in leggero calo di circa 1%. Salgono i rendimenti sull’obbligazionario con lo spread tra decennale italiano e tedesco a 222 punti base, il BTP decennale arriva a offrire il un rendimento del 3,3%.

La volatilità di azioni e obbligazioni dipende in particolare dalla direzione della politica monetaria anche degli Stati Uniti. Nel Paese l’inflazione rimane elevata, a causa degli squilibri della domanda e dell’offerta e al conseguente aumento dei prezzi di energia e alimentari. A condizionare i listini in questi giorni anche le vendite al dettaglio Usa di luglio, rimaste invariate rispetto a giugno e peggiori delle stime. I timori di recessione hanno rafforzato il dollaro, EUR/USD rimane sotto 1,02 mentre arriva la notizia inaspettata di un calo delle scorte di petrolio Usa che ha rimesso in moto il rialzo del Wti salito di circa il 2%.

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