Le negoziazioni nei mercati indiani mostrano un calo del Sensex e Nifty
Le recenti negoziazioni nei mercati indiani, negli ultimi cinque giorni hanno registrato sempre andamenti al ribasso, sembra che siano stati bruciati qualcosa come 100 miliardi di dollari. Nota preoccupante, è che il mercato ha tentato di risalire senza successo, Per esempio, il 12 marzo il Sensex è sceso di 487 punti, 1.030 punti dal picco. Il 16 marzo ha chiuso in ribasso di 31 punti, quando era a 494 punti dal picco. Il 18 marzo, ha registrato un calo di 585 punti, 1080 punti dalla cima.
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Gli indici hanno fatto un grande sforzo per superare i livelli di resistenza psicologica di 15.000 sul Nifty e 51.000 sul Sensex. Questi livelli però adesso, sono stati superati al ribasso.
Negli Stati Uniti i rendimenti obbligazionari sono l’elemento focale della caduta. Da luglio 2020 i rendimenti delle obbligazioni sono aumentati dallo 0,51% all’1,74%. Il 18 marzo, nonostante il tono accomodante del FOMC (Comitato federale del mercato aperto), i rendimenti delle obbligazioni statunitensi hanno continuato a salire. Rendimenti obbligazionari più elevati mostrano come i mercati non credono che la Fed possa mantenere i tassi nell’intervallo 0,00%-0,25% fino al 2023. Questo comporterebbe deflussi di debito dall’India e pressioni sulla Reserve Bank of India per aumentare i tassi. Uno dei motivi per cui i mercati azionari sono stati altalenanti.
Inoltre, nonostante gran parte della popolazione indiana sia stata vaccinata, ogni giorno si registrano circa 35.000 nuovi casi di contagiati, con un bilancio di vittime di circa 170 morti al giorno. Qui i mercati temono un nuovo blocco, sembrava poter esserci una lineare crescita del PIL che invece ad oggi è in difficoltà e proprio a causa degli ultimi dati determinati dal Covid potrebbe arrestare la ripresa economica.
Oltretutto, le Banche e finanziarie, che rappresentano circa 35% del peso di Nifty, sono state sotto pressione negli ultimi giorni. La grande preoccupazione riguarda anche le restrizioni SEBI ( Security and Exchange Board of India) perché nel caso questa volesse mettere in atto delle forti restrizioni, così come si prevede, potrebbe causare delle grandi perdite per i fondi comuni di investimento e quindi anche disagi per le banche.
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Anche se vi sono molte preoccupazioni, i motivi di un mercato che si mantiene ai minimi potrebbero essere meno gravi rispetto a quello che i mercati vogliono far sembrare. Innanzitutto, i flussi di FPI (Foreign portfolio investment) sono diventati decisamente positivi negli ultimi tre giorni e hanno contribuito a un calo del mercato. Solitamente quando vi sono brusche correzioni nel mercato, allo stesso tempo vi è un aumento del VIX. In questo periodo, la volatilità (VIX) è scesa costantemente in mezzo al calo dei mercati. Negli ultimi 15 giorni, il VIX è effettivamente sceso da 26 livelli a 20 livelli.
In conclusione, le dichiarazioni della Federal Open Market Committee del 17 marzo, indicano che continueremo a vedere tassi d’interesse bassi e una sufficiente liquidità. La Fed ha voluto addirittura rassicurare i mercati che i tassi sarebbero rimasti bassi e quindi tra lo 0,00% e 0,25% fino alla fine del 2023 e che per quanto riguarda l’acquisto mensile di obbligazioni sarebbe rimasto a un minimo di 120 miliardi di dollari.
I mercati azionari negli ultimi 5 giorni hanno ignorato del tutto le buone notizie e reagendo eccessivamente alle cattive notizie.
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