Quanto hanno reso le azioni con dividendi e i BTP negli ultimi 20 anni? La risposta potrebbe sorprenderti! Scopri qual è stata la scelta più redditizia per gli investitori e quali fattori possono fare la differenza nei tuoi investimenti a lungo termine.
Se ti sei mai chiesto dove conviene mettere i tuoi risparmi, sei in buona compagnia. Investire non è mai stato così accessibile, ma scegliere tra azioni che distribuiscono dividendi e BTP può sembrare una sfida.
Da una parte, le azioni offrono il fascino della crescita e dei rendimenti periodici sotto forma di dividendi; dall’altra, i Buoni del Tesoro Poliennali garantiscono stabilità e cedole certe.
Ma quale delle due scelte ha premiato di più gli investitori negli ultimi 20 anni? I numeri parlano chiaro, e i risultati potrebbero sorprendere anche gli investitori più esperti. Prima di prendere una decisione, vediamo insieme come si sono comportate le azioni e i BTP nel tempo.
Quando si parla di investimenti in azioni, chi punta sui dividendi cerca non solo la crescita del capitale, ma anche un flusso di reddito costante. A Piazza Affari, le società che distribuiscono dividendi più generosi appartengono spesso a settori solidi come energia, telecomunicazioni e bancario.
Negli ultimi 20 anni, il rendimento medio dei dividendi per le principali aziende italiane è stato compreso tra il 3% e il 6% annuo. Alcune big, come Enel, Eni e Intesa Sanpaolo, hanno offerto anche rendimenti superiori in alcuni periodi. Questo significa che, oltre all’apprezzamento del valore dell’azione, gli investitori hanno potuto contare su un’entrata periodica interessante.
Facciamo un esempio pratico: se 20 anni fa avessi investito 10.000 euro in azioni di società ad alto dividendo, avresti incassato in media tra 300 e 600 euro l’anno solo dai dividendi, senza considerare l’eventuale crescita del capitale. Se poi avessi reinvestito quei dividendi, il tuo guadagno complessivo sarebbe stato ancora più elevato.
I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono considerati l’investimento più sicuro per chi vuole un rendimento certo senza esposizione alla volatilità del mercato azionario. Ma negli ultimi due decenni, quanto hanno reso realmente?
Se guardiamo ai dati storici, i rendimenti medi dei BTP si sono abbassati nel tempo. Nei primi anni 2000 si potevano trovare titoli con cedole superiori al 5% annuo, ma con la discesa dei tassi d’interesse, i nuovi BTP hanno spesso offerto rendimenti inferiori al 2%. Solo con la recente impennata dell’inflazione, i rendimenti sono tornati a livelli più interessanti.
Facciamo un esempio: investire 10.000 euro in BTP a inizio anni 2000 significava incassare anche 500 euro l’anno in cedole. Ma se lo stesso investimento fosse stato fatto negli ultimi anni, il rendimento sarebbe stato molto più basso, riducendosi in alcuni casi sotto i 200 euro annui.
Alla fine, la scelta tra azioni e BTP dipende dal tuo obiettivo. Se vuoi stabilità e sicurezza, i BTP offrono una certezza maggiore, ma con rendimenti spesso inferiori. Se invece il tuo obiettivo è un reddito passivo più elevato nel tempo, le azioni che pagano dividendi potrebbero essere una soluzione più redditizia.
Guardando ai dati degli ultimi 20 anni, chi ha investito in azioni a dividendo ha ottenuto rendimenti superiori rispetto ai BTP, grazie sia ai dividendi sia alla crescita del capitale. Tuttavia, questo comporta una maggiore esposizione al rischio di mercato.
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