Il 2021 ha visto l’accentramento delle società di media e intrattenimento. Quali sono oggi le prospetive per la televisione italiana nel mercato globale.
Il record storico è avvenuto nei primi quattro mesi del 2021, con un valore economico delle operazioni di fusione e acquisizione cresciuto del 124% e pari a 1770 miliardi di dollari.
La crisi economica e il vantaggio dei media digitali dovuto alla crescita esponenziale della domanda di intrattenimento, ha avvantaggiato alcuni grandi nomi, tra cui Netflix.
Nell’anno della pandemia è proseguita infatti la crescita esponenziale delle piattaforme online. L’ascesa di Netflix può contare in Italia oggi su oltre 4 milioni di abbonati, quasi triplicati rispetto al 2018. Questi numeri hanno consentito alla società di sviluppare nel Paese un giro d’affari stimato attorno ai 300 milioni nel 2020 in crescita del 70% rispetto ai livelli del 2019, con una proiezione verso i 450 milioni nel 2021.
Sono invece in controtendenza Mediaset e Rai, ma spicca invece Sky, che tra i nomi italiani è la società con la crescita più rilevante stimata per il 2021 al 8%.
In Italia il mercato è ancora debole e poco concorrenziale rispetto ai grandi protagonisti statunitensi ed europei. Secondo il report Media & Entertainment dell’area studi di Mediobanca, che ha analizzato le performance dal 2018 al 2021 dei principali gruppi italiani e internazionali, il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano ha avuto un calo complessivo rispetto al 2019 del 6,6%. Tra i comparti più vulnerabili del settore quello radiofonico che è calato del 22,7% seguito da quello della TV in chiaro diminuito del 7,2%.
La tendenza è naturalmente accompagnata dalla rivoluzione dello streaming, che ha segnato un incremento record del 42,5%. Il mercato italiano si conferma concentrato, con i tre principali operatori televisivi Sky, Rai e Mediaset che detengono più dell’80% della quota di mercato nazionale. Tuttavia sono sempre di più gli italiani a fruire dei contenuti video in modalità streaming tra le concorrenti oltre Netflix: Timvision, Infinity, Disney+, Amazon Prime Video, Eurosport Player, DAZN.
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Nel mercato Italiano in termini di fatturato, Sky si attesta in prima posizione a 2,8 miliardi. A questi risultati seguono Rai a 2,5 miliardi e Mediaset a 1,8 miliardi. Sarà possibile già da quest’anno un cambiamento nella classifica a causa di due fattori principali. L’offerta in abbonamento di Mediaset Premium e la diminuzione degli introiti derivanti dal canone Rai. A partire dal 2023, verrà confermata l’abolizione modalità di riscossione in bolletta, previsto dagli impegni sottoscritti con l’Unione Europea per accedere ai fondi del Pnrr.
Per l’Italia in particolar modo sarà quindi essenziale riuscire a colmare il divario tecnologico e dell’offerta di contenuti originali. A questo può affiancarsi la ripresa della pubblicità e all’ulteriore accelerazione dei servizi streaming, che sfrutterà anche il completamento del passaggio al digitale terrestre di seconda generazione.
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