La madre di tutte le riforme è in arrivo. Così cambierà il Fisco dal 2023

Solo Mario Draghi poteva mettersi in testa di portare a compimento una riforma ardua come quella Fiscale.

Mario Draghi presidente del consiglio (GettyImages)
Mario Draghi presidente del consiglio (GettyImages)

Il dado è tratto. Una delle riforme più attese da anni del vasto panorama legislativo italiano è in rampa di lancio. Si tratta della riforma fiscale. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sembra avere, come sempre del resto, le idee molto chiare e al vaglio c’è una ampia gamma di interventi.

Ecco quali sono gli interventi ipotizzati

Si pensa mettere in campo: la riforma del catasto, il taglio alle imposte per il terzo scaglione, la riduzione del cuneo per agevolare l’occupazione, la fatturazione elettronica, la riduzione del costo del lavoro, la lotta all’evasione e intervento sulle tax expenditures (quelle agevolazioni fiscali con cui alcuni contribuenti possono ridurre il carico fiscale reale).

L’obiettivo del Governo è di avere il via libera in Consiglio dei Ministri entro pochi giorni. Sarà un passo importante che inevitabilmente vedrà un difficile confronto all’interno di una maggioranza tanto variegata. Si parte da un testo che ha ricevuto a giugno il consenso unanime da parte delle Commissioni Finanze di Camera e Senato lo scorso giugno.

Quando dovrebbe entrare in vigore la Riforma fiscale?

I temi prioritari vanno verso la riduzione del cuneo fiscale, dell’Irap e degli scaglioni fiscali Irpef sui quali si pensa al taglio della aliquota del 38 per cento (redditi compresi tra i 28 e i 55.000 euro). Tutte le forze politiche vorrebbero mandare segnali al ceto medio basso con la riduzione del costo del lavoro in busta paga (Pd) o dell’imposta sulle persone fisiche (Lega e Forza Italia).

Il Governo sottoporrà al Parlamento un testo ancora generico per il dibattito da svolgere nelle aule di Camera e Senato e questo poi lo rinvierà all’esecutivo attraverso un mandato per la realizzazione dei decreti attuativi. La legge dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2023. Sul tavolo ci sono delle risorse per circa 2,3 miliardi di euro.

Grande attenzione sulla Cassa unica assegni familiari

Grande attenzione da parte dei tecnici sul contributo Cassa Unica Assegni Familiari (CUAF). Un onere a carico dei datori di lavoro con cui si finanzia il sostegno ai nuclei familiari.

Se abolito lascerebbe libere finanze per un intervento strutturale, con riduzione del costo del lavoro lato imprese, con benefici anche le famiglie che hanno in carico dei collaboratori domestici. Quindi la misura andrebbe ad implementare le misure per la famiglia, insieme con l’assegno unico per i figli (a regime a partire dal 1° gennaio 2022).

Fra gli obiettivi la riduzione dell’Irpef e del costo del lavoro

I partiti sono molto interessati alla riduzione della 3 aliquota Irpef, con un’aliquota al 38 per cento che grava sui redditi sopra i 28.000 euro (un 11 per cento in più rispetto chi dichiara fino ai limiti della soglia precedente). Si pensa realisticamente ad un taglio di qualche punto (34 per cento?) come primo passo.

La riduzione e l’accorpamento delle aliquote da 5 a 3 piace ad alcuni partiti ma costerebbe 3 miliardi all’anno e un impatto minimo per di più a vantaggio dei redditi più alti.

Una idea che piace alla destra è l’assorbimento dell’IRAP nell’IRES (l’imposta sul reddito delle società), beneficiando dei tre miliardi già disponibili per interventi sull’IRAP. Sostituendo quest’ultima con l’IRES per le imprese di grandi dimensioni ed eliminandola per autonomi, ditte individuali, professionisti, società di persone.

E si sta studiando anche alla riforma del Catasto

La riforma catastale si propone di aggiornare la mappatura e il valore degli immobili. Questo non tanto per ottenere un incremento sul gettito fiscale, ma poter equilibrare un sistema che tratta gli immobili di pregio nelle zone centrali delle città molto meglio di case che hanno un minor valore ma che, essendo di più recenti, hanno una rendita più vicina alla realtà.

Si avrebbe anche la rideterminazione delle destinazioni d’uso degli immobili, che sarebbero ordinari o speciali, ad eccezione di quelli dei beni culturali. Verrebbe meno il concetto del “vano” a beneficio del metro quadrato. Anche i criteri di calcolo della superficie dell’unità immobiliare sarebbero modificati.

Sarà importante la sinergia tra Comuni ed Agenzia delle Entrate nella determinazione dei nuovi valori catastali dei beni e nel loro aggiornamento periodico La revisione del Catasto dovrebbe poggiare sulla emersione dei cosiddetti “immobili fantasma” grazie ad una nuova e sofisticata mappatura dei beni immobiliari su tutto il territorio.

Ci sarà da combattere molto politicamente per condurla in porto ma a chiederla insistentemente sono tutti gli organismi internazionali, dalla Commissione europea all’Ocse.

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Pace fiscale e fatturazione elettronica, grandi temi di ritorno

La Lega ha intenzione tornare a proporre la pace fiscale. Un altro obiettivo è quello della fatturazione elettronica per far ottenere all’amministrazione finanziaria i vantaggi della digitalizzazione degli adempimenti fiscali e dell’acquisizione delle informazioni mediante i database della Pubblica amministrazione con l’interoperabilità delle varie banche dati.

Quindi sotto con l’obbligo della fatturazione elettronica anche per quelle partite Iva, comprese quelle ora esentate, vale a dire associazioni e società sportive dilettantistiche con proventi da attività commerciali per non oltre i 65.000 euro, operazioni sanitarie e gli autonomi interessati dalla Flat Tax.

L’eterno tema della lotta all’evasione fiscale

Fra gli obiettivi quello di rafforzare operativamente gli incroci fra le banche dati. La lotta all’evasione sarà realizzata mediante un riequilibrio tra i princìpi della tutela della privacy e quelli della lotta al sommerso.

Altro punto su cui la riforma insisterà sicuramente è l’intervento delle tax expenditures dalle detrazioni e deduzioni d’imposta, ai crediti d’imposta, alle aliquote ridotte e le imposte sostitutive. Voci sono passate da 444 nel 2017 a 602 nel 2021, con un costo che è salito da 54,5 a 68,1 miliardi fino a 75 miliardi di euro soprattutto per le agevolazioni inserite durante la pandemia in corso. Una vera e propria giungla che dovrà essere ben potata.

 

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