Marco ha dimenticato di pagare l’ultima rata della rottamazione quater e ora potrebbe perdere tutti i benefici ottenuti. Cosa succede adesso? Ha ancora una possibilità per rimediare?
Marco era convinto di essere finalmente libero dai suoi debiti con il fisco. Aveva aderito alla rottamazione quater, sfruttando l’opportunità di pagare in modo agevolato i suoi arretrati.
Ma un errore, una dimenticanza o magari una difficoltà economica improvvisa l’hanno portato a saltare l’ultima rata. E ora? Il suo piano di pagamento è saltato, e le conseguenze non sono affatto leggere.
Se anche tu hai aderito alla definizione agevolata dei debiti fiscali e temi di trovarti nella stessa situazione, è importante sapere cosa succede dopo la decadenza e se esistono ancora soluzioni per evitare guai peggiori. Proviamo a capire insieme quali sono le opzioni a disposizione di chi, come Marco, ha perso il beneficio della rottamazione.
Saltare anche solo una rata della rottamazione quater significa perdere tutti i vantaggi previsti dal piano agevolato. Questo vuol dire che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non considererà più validi gli sconti su sanzioni e interessi che erano stati concessi con l’adesione alla definizione agevolata. Ma cosa significa concretamente?
Innanzitutto, il debito torna alla sua cifra originaria, comprensiva di tutte le sanzioni e degli interessi che erano stati precedentemente cancellati. Questo può rappresentare un grosso problema, soprattutto se nel frattempo non si è messo da parte il denaro necessario per affrontare l’importo totale.
Inoltre, con la decadenza dalla rottamazione, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione riprende le normali procedure di recupero del credito. Ciò significa che il contribuente può trovarsi di fronte a:
Cartelle esattoriali immediatamente esigibili, senza più alcun tipo di sconto o agevolazione.
Possibili pignoramenti, sia su conto corrente che su stipendio o pensione.
Fermi amministrativi su veicoli intestati al debitore.
Iscrizioni ipotecarie su immobili di proprietà.
La situazione, dunque, si complica rapidamente. Ma c’è ancora qualcosa che si può fare?
Se la rottamazione quater è decaduta, il contribuente ha comunque alcune strade percorribili, anche se le opzioni a disposizione sono più limitate rispetto alla definizione agevolata.
Una delle alternative più comuni è quella di richiedere una rateizzazione del debito rimanente. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione consente infatti di dilazionare il pagamento delle cartelle in base a determinate condizioni. Tuttavia, è bene sapere che:
La rateizzazione non prevede gli stessi sconti della rottamazione.
Gli interessi di mora continuano ad accumularsi sulle somme dovute.
Se si decade dalla rateizzazione, il debito torna immediatamente esigibile.
Un’altra opzione potrebbe essere quella di verificare se esistono nuove sanatorie o misure straordinarie introdotte dal Governo. Negli ultimi anni, infatti, sono state lanciate più volte iniziative di condono parziale o definizione agevolata per chi aveva cartelle pendenti. Monitorare le novità legislative può essere una buona strategia per capire se ci sono nuove opportunità di ridurre il debito.
Infine, chi si trova in una situazione di grave difficoltà economica può valutare la possibilità di presentare una richiesta di saldo e stralcio o altre misure di tutela. Tuttavia, queste soluzioni non sono sempre applicabili e dipendono da vari fattori, come il reddito e la tipologia del debito.
Per chi ha saltato l’ultima rata della rottamazione quater, il tempo è un fattore cruciale: prima si affronta la situazione, maggiori sono le possibilità di trovare una soluzione meno onerosa.
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