In caso di mancato pagamento cartella esattoriale non è previsto alcun arresto né la segnalazione al Crif. Scopriamo quali sono le conseguenze per il contribuente.
Secondo quanto stabilito dalla legge, nel caso in cui un contribuente non dovesse effettuare il pagamento di una cartella ricevuta dall’Agenzia delle Entrate, non è prevista alcuna conseguenza.
Può accadere di non avere la possibilità di saldare i debiti per effettuare il pagamento di una cartella esattoriale. Questa situazione si può verificare nel caso in cui il contribuente si è nullatenente e dunque non abbia né reddito né proprietà.
In questa fattispecie il cittadino non va incontro ad alcuna conseguenza per il mancato pagamento di una cartella esattoriale, tuttavia, in futuro, i debiti potrebbero ricadere sugli eredi del debitore.
Vediamo quali sono le conseguenze per gli eredi di un debitore che non ha saldato i debiti con l’Agenzia delle Entrate.
Il cittadino di riceve una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate ha 60 giorni di tempo per regolarizzare la sua posizione debitoria. Nel calcolo del lasso di tempo messo a disposizione del contribuente sono inclusi anche i giorni festivi e feriali. Tuttavia, nel caso in cui il sessantesimo giorno dovesse cadere di sabato o di domenica, è possibile posticipare il pagamento al lunedì successivo.
Il debitore che non effettua il pagamento della somma di denaro dovuta al fisco entro 60 giorni può essere soggetto a provvedimenti, come pignoramento e fermo auto.
Secondo le norme in vigore attualmente, i procedimenti sopra citati non sono più attuati se viene data la possibilità al contribuente di effettuare il saldo del debito.
Per questo motivo il debitore ha fino ad un anno di tempo, dalla notifica della cartella di pagamento, per regolarizzare la propria posizione.
Se allo scadere di un anno il creditore non ha ricevuto la somma di denaro che gli spetta, egli ha la possibilità di procedere con l’esecuzione forzata, che prevede:
Le leggi attualmente in vigore rendono impignorabile la prima casa di proprietà del debitore. Tale divieto è disposto solo nei confronti del fisco, mentre decade nel caso di creditori diversi dall’Agenzia delle Entrate (es. persone fisiche, banche, persone giuridiche).
Può capitare che il contribuente, che ha ricevuto una notifica di pagamento dall’Agenzia delle Entrate, non abbia la possibilità di regolarizzare la propria posizione debitoria. In questi casi, il debitore può dimostrare che il mancato pagamento è dovuto a cause di forza maggiore.
Di fatto, nel caso in cui il debitore si trovasse in una condizione di grave difficoltà economica e dimostri di essere nullatenente (senza reddito e senza patrimonio), non subirà alcuna conseguenza. Tuttavia i debiti cadranno sugli eventuali eredi alla scomparsa del debitore e se questi accettano l’eredità.
Il debito vantato dal contribuente, infatti, rimane e passa sugli eredi a meno che non scatti la prescrizione.
Se, invece, un debitore decida di propria spontanea volontà di non saldare il debito con il fisco, non è prevista alcuna sanzione restrittiva. Attualmente, la legge in vigore non prevede l’arresto né la segnalazione al Crif, che riguarda solo ed esclusivamente i pagamenti di prestiti e i rapporti bancari.
Il mancato pagamento di una cartella esattoriale produce come unici provvedimenti l’esecuzione forzata e il pignoramento.
In alcuni casi, possono scattare i termini di prescrizione del debito che sono diversi in base alla somma di denaro oggetto nella cartella:
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