Alcune malattie neurodegerative possono dare diritto all’invalidità e ad un assegno mensile di 522 euro a prescindere dai redditi.
Le malattie neurodegerative sono aumentate negli ultimi anni, sempre più frequenti i pazienti che manifestano perdita di memoria, Demenza e Alzheimer. La ricerca scientifica è in continua evoluzione ed alcuni studi recenti hanno suggerito che i probiotici e i prebiotici potrebbero rallentare la progressione di alcune malattie neurodegenerative. Tuttavia, non ci sono dati accertati sui loro effetti negli esseri umani con malattia di Alzheimer o deterioramento cognitivo lieve (MCI).
Gli scienziati della Jiangnan University in Cina hanno collaborato per analizzare le prove prodotte fino ad oggi. La pubblicazione dell’analisi effettuata dagli studiosi, è apparsa sulla rivista Foods.
Nello specifico, gli studiosi riferiscono che “Coerentemente, i nostri risultati suggeriscono che l’intervento probiotico nelle prime fasi della malattia di Alzheimer, come l’MCI, potrebbe migliorare la funzione cognitiva e ritardare la progressione della malattia”.
Studi in continua evoluzione su probiotici, prebiotici e simbiotici
L’ Associazione scientifica internazionale per i probiotici e i prebiotici (ISAPP) è un’organizzazione internazionale finalizzata al progredire la ricerca scientifica su probiotici, prebiotici e simbiotici. L’associazione definisce i probiotici un gruppo di nutrienti, o substrati, che incoraggiano la crescita del microbiota intestinale. I simbiotici sono una combinazione di probiotici e prebiotici.
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Per alcune malattie è possibile ottenere l’assegno di 522 euro al mese senza limiti di reddito
Le malattie neurodegerative, come ad esempio il Parkinson, oltre a generare un carico emotivo e fisico che grava su chi ne è affetto, lo genera anche sulla persona che lo assiste. Queste patologie danno diritto ad una percentuale invalidante attraverso l’accertamento dell’invalidità civile da una apposita Commissione medico legale.
Queste malattie interferiscono con moltissime attività di vita quotidiana e lavorativa, in questi casi è possibile avvalersi delle tutele sia a livello assistenziale, previdenziale e lavorativo.
Se l’accertamento dell’invalidità riconosce il soggetto invalido totale (100%) e non è capace di deambulare, si ha diritto all’indennità di accompagnamento a prescindere dai redditi personali o familiari. L’handicap grave con necessità di assistenza di una persona per compiere gli atti di vita quotidiana, deve essere riportato sul verbale di accertamento ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3. Legge 104 con handicap, invalidità civile e disabilità: le differenze che non ti aspetti
L’indennità di accompagnamento o il cosiddetto “assegno di accompagno” è erogato per dodici mensilità a partire dal primo giorno successivo alla presentazione della domanda. Infatti, ricordiamo che questa prestazione, come anche l’assegno di invalidità e il riconoscimento dell’handicap ai sensi della legge 104, non sono automatiche ma bisogna presentare domanda all’INPS.
Precisiamo, inoltre, che l’assegno di accompagno è sospeso nel caso di ricovero del richiedente presso strutture a carico dello Stato per un periodo superiore a 29 giorni.
Agevolazioni nel mondo del lavoro
In base allo stato di gravità, si possono ottenere prestazioni assistenziali ed economiche, per se stessi e per la persona che assiste il disabile in situazione di gravità.
Infatti, la normativa della legge 104, prevede apposite agevolazioni nel campo lavorativo. Nello specifico, il lavoratore dipendente che assiste un familiare con handicap grave, ha diritto a tre giorni di permesso al mese e al congedo straordinario di due anni.
Entrambe le prestazioni sono retribuite e coperte dalla contribuzione figurativa valida ai fini pensionistici.