Sabato 1° ottobre, il costo di luce e gas aumenterà in modo rilevante; è quanto prevedono i cambiamenti unilaterali dei contratti.
L’aggiornamento trimestrale dell’autorità dell’energia Arera adegua ai costi le tariffe dei consumatori a maggior tutela.
Sarà un anno forse più difficile del precedente data una crisi dei consumi a cui si aggiungono i rincari energetici che peseranno soprattutto sulle piccole e medie imprese. Per queste il 30 settembre scadranno i contratti annuali con poche o nessuna alternativa rispetto all’aumento esorbitante dei costi. Va osservato che dal 1° gennaio sull’elettricità si chiuderà il segmento delle tariffe tutelate per le imprese. Queste sono obbligate dal 2023 a rivolgersi esclusivamente ai contratti liberi.
Dati gli andamenti del mercato i rincari degli ultimi mesi non sono ancora stati riportati in bolletta. Tuttavia, da ottobre a dicembre la tariffa elettrica si collocherà tra i 40 e i 50 centesimi al chilowattora. Ciò significa che la voce dei costi dell’energia aumenterà tra il 60% e il 100%.
Già da mesi sentono appieno i rincari dell’energia i consumatori che si sono rivolti a un contratto sul mercato libero che prevedono prezzo variabile. Se il primo luglio l’Arera era riuscita a rinviare ancora di tre mesi i rincari per i consumatori del segmento tutelato. Adesso le tariffe dovranno trovare una compensazione per fare fronte alle maggiori spese per i fornitori.
Il nuovo Governo sarà subito messo alla prova nel mitigare il caro energia
Il nuovo Governo dovrà fare fonte all’estensione delle misure di tutela. Oltre che per energia elettrica e gas anche il costo del metano. Di questo l’autorità dell’energia ha cambiato il meccanismo di calcolo prevedendo per i consumatori del segmento tutelato un aggiornamento di mese in mese sui valori realmente misurati sul mercato.
Se il nuovo Governo vorrà intervenire con ulteriori provvedimenti per mitigare il caro energia saranno necessari almeno 35 miliardi di euro solo per ridurre della metà i rincari che si sono abbattuti quest’anno su famiglie e imprese.
Approvare in tempo la finanziaria 2023 non sarà facile; il voto definitivo deve avvenire entro il 31 dicembre. Pertanto, i tempi a disposizione sono strettissimi e non sarà facile trovare tutte le risorse per confermare anche per l’anno prossimo molti dei provvedimenti introdotti dal governo Draghi. Tra questi i più importanti sono costituiti proprio dal rinnovo per un trimestre le misure contro il caro energia con un costo previsto di 15 miliardi. Saranno invece 8,5 miliardi di euro le spese necessarie per indicizzare le pensioni; almeno 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego; 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2 per cento a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro.