Il nuovo duro codice della strada sta mietendo le prime vittime in Italia e il caso di cui vi parleremo potrebbe fare da apripista.
Non è il primo e non sarà l’ultimo. La regola stringente fortemente voluta dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Salvini sta ottenendo gli effetti sperati dall’Esecutivo. Ma non mancano le polemiche perché il nuovo codice della strada non è chiarissimo su alcuni punti importanti. O meglio, sembra essere interpretabile.
Il nuovo Codice della Strada ha rivoluzionato soprattutto le regole che riguardano la guida sotto l’effetto di sostanze alteranti, come alcol o stupefacenti: oggi non sono più una semplice infrazione, ma un comportamento potenzialmente criminale punito anche penalmente. Per quanto riguarda l’alcol, sono state mantenute le soglie di concentrazione nel sangue (0,5 g/l, 0,8 g/l e 1,5 g/l), ma con un netto aumento delle sanzioni: per la prima fascia la multa va da 573 a 2.170 euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se le soglie sono ancora più alte, sono previste conseguenze penali con reclusione fino a un anno per valori tra 0,8 e 1,5 g/l, e fino a due anni per valori superiori a 1,5 g/l.
Nessuno sconto, nessun perdono dunque. Ma la differenza più grande tra il vecchio e il nuovo codice della strada è il cosìdetto “reato di rischio” che punisce chi guida l’auto con sostanze stupefacenti nell’organismo anche se utilizzate giorni prima. Oggi è sufficiente il risultato positivo di un test per configurare il reato, con conseguenze che includono multe fino a 3.200 euro, sospensione della patente fino a due anni e reclusione da sei mesi a un anno, oltre alla revoca della patente in caso di recidiva. Ed è di questo che vogliamo parlarvi.
Quello che è successo in provincia di Treviso è un campanello d’allarme per tutti coloro che continuano a fare uso di stupefacenti, non necessariamente prima di mettersi alla guida. Il pugno duro del Governo vuole eliminare del tutto questa cattiva abitudine, specie se si guida un’auto.
Succede a Villorba. Un 35enne è diventato il primo cittadino trevigiano a subire le conseguenze del nuovo decreto legge sulla sicurezza stradale, che prevede pene più severe per chi viene trovato positivo a sostanze stupefacenti, anche giorni dopo l’assunzione. Tre giorni dopo aver fumato uno spinello, l’uomo è stato coinvolto in un incidente stradale ma non per colpa sua. Nonostante la responsabilità dell’incidente fosse dell’altro conducente, il test antidroga ha rivelato tracce di cannabis nel suo organismo, portando alla sospensione della patente per un anno.
L’uomo ha deciso di affidarsi alla legge, presentando un’eccezione di incostituzionalità alla Corte Costituzionale. La sua argomentazione si basa sulla presunta violazione dei diritti dei cittadini, poiché la presenza di sostanze nel corpo non implica necessariamente uno stato di alterazione al momento dell’incidente. In attesa di una risposta della Corte, gli automobilisti sanno a cosa possono andare incontro se usano abitualmente stupefacenti, non importa quando, e guidano un’auto.
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