I conti pubblici sono a rischio sostenibilità. È questa la sintesi di quanto emerge dalle raccomandazioni della Commissione europea che spinge per la realizzazione delle riforme.
La percentuale del rapporto tra debito pubblico e Pil ha iniziato a diminuire nel 2021 e si prevede un ulteriore margine di miglioramento, rimane tuttavia l’incertezza per il Paese.
La richiesta Ue per le riforme parte dal presupposto che siano presenti le condizioni per mantenere la clausola generale di sospensione del patto di stabilità e di crescita anche nel 2023. A oggi la commissione non ritenere necessario modificare il mutato rapporto con la politica di austerità a condizione che l’Italia metta in ordine le proprie finanze entro il 2024.
Per allora si prevede la reintroduzione della regola per lo sforamento del deficit. Ciò che si legge nelle comunicazioni allegate al Pacchetto di primavera sono indicazioni in linea con l’attuazione di un contesto favorevole per il PNRR. Per concludere in tempo le tappe e gli obbiettivi fissati è propedeutico chiede al nostro governo di “perseguire una politica di bilancio con posizioni prudenziali a medio termine. L’obbiettivo è garantire così una riduzione del debito credibile e graduale; in particolare attraverso il consolidamento, gli investimenti e le riforme.
L’Italia in difficoltà, l’Ue preme sulle riforme; la priorità è aumento dell’efficienza tributaria
Tra gli obbiettivi primari per realizzare quanto richiede la commissione; l’aumento dell’efficienza tributaria, da conseguire in particolare attraverso la revisione delle aliquote marginali effettive. Oltre questo, l’allineamento dei valori catastali a quelli correnti di mercato e la razionalizzazione e riduzione delle spese fiscali.
Ci vuole una buona dosa di fiducia e sperare che i soldi che l’Italia sta gestendo come quota dello strumento per il rilancio dell’economia Ue, basteranno. L’opportunità di questo periodo è stata sciupata dalle vicissitudini internazionali in ambito commerciale ed energetico. Per trasformare l’economia e la società l’Italia ha bisogno di un mutamento radicale; l’obbiettivo rimane una crescita strutturale nel lungo periodo del Pil.
Il PNRR sta affrontando le vulnerabilità, anche stimolando la competitività e la produttività. Uno dei limiti attuali è la necessità di sottrarre risorse alla crescita per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia. Per controbilanciare gli impatti della crisi energetica e aiutare il tessuto produttivo le politiche nazionali dovrebbero combinare gli investimenti con il controllo della crescita nella spesa corrente.