La Federal Reserve ha intensificato mercoledì la sua politica monetaria restrittiva approvando il più grande aumento dei tassi di interesse dal 2000.
Il piano per ridurre l’inflazione e l’aumento anomalo dei prezzi rispetto all’aumento della crescita economica ha portato un sollievo sui listini.
Mentre i prezzi negli Stati Uniti hanno avuto l’incremento più rapido degli ultimi quarant’anni, Jerome H. Powell, ha continuato a sostenere la linea dura affermando i preparativi per nuovi aumenti nelle prossime riunioni della Fed.
Quello che è successo mercoledì a Wall Street, è lo specchio di questa consapevolezza. I risultati dei listini hanno fatto registrare la miglior seduta da due anni. L’esito dell’aumento dei tassi di interesse sulle borse è paradossale, considerando che una politica monetaria restrittiva è solitamente precursore di un rallentamento generale dell’economia.
Alzando i tassi e riducendo i suoi quasi 9 trilioni di dollari in partecipazioni obbligazionarie, la Fed spingerà a rialzo i costi di finanziamento rallentando in definitiva i consumi.
I responsabili politici hanno trascorso la maggior parte del 2021 sperando che l’inflazione si attenuasse da sola man mano che il picco di domanda si stabilizzasse. La normalità in termini economici è ancora lontana; nuovi lockdown legati alla pandemia in Cina e la guerra in Ucraina stanno ulteriormente aumentando i prezzi di beni come cibo e carburante. Allo stesso tempo, scarseggiano i lavoratori e i salari stanno aumentando a loro volta la crescita dei prezzi.
Gli effetti della politica della Fed e le ripercussioni sulla crescita
Powell ha osservato che gli sviluppi in Cina e Ucraina potrebbero avere ripercussioni significative sull’inflazione. Se gli investitori hanno trascorso settimane a preoccuparsi che la Fed potesse decidere di correggere eccessivamente a rialzo il costo del denaro, a continuare ad alimentare i timori per la crescita rimangono i rapporti di politica estera tra la Nato, la Russia e la Cina.
Secondo i responsabili della Federal Reserve è possibile “ripristinare la stabilità dei prezzi senza una recessione o un aumento significativo della disoccupazione. Dobbiamo tornare alla stabilità dei prezzi in modo da poter avere un mercato del lavoro in cui i salari delle persone non vengano divorati dall’inflazione.” La Fed lascerà scadere fino a $ 60 miliardi di debito del Tesoro ogni mese, insieme a $ 35 miliardi di debito garantito da ipoteca, tutto ciò a partire da settembre.
Le mosse della Fed renderanno forse ancora più interessanti i rendimenti obbligazionari fino a quando la crescita economica non comincerà a incidere e prevalere sull’inflazione. A questo si affianca la prospettiva della crescita del settore immobiliare, automobilistico e dei beni durevoli, con il calo dei prezzi nel settore alimentare.