L’istat rivela l’ultimo dato sull’inflazione di ottobre, un risultato preoccupante che vale 11,9%.
Il Governo avrà un bel da farsi: iniziano a farsi sentire i limiti di quelle che saranno le manovre economiche possibili. Pesano sulla credibilità pensioni e riforma fiscale.
Le stime preliminari, dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività al lordo dei tabacchi, registra a ottobre un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua.
Sale così di quasi tre punti percentuali dal 8,9% del mese precedente; l’inflazione attuale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici passati da +44,5% di settembre a +73,2% su base annuale. Minore è invece il peso dei beni alimentari che arrivano al 13,1% rispetto all’11,4% di settembre.
Quale sarà l’impatto dell’inflazione sulla capacità di spesa del Governo?
Quale sarà l’impatto dei nuovi dati sulla capacità di spesa del Governo? Per avere un termine di paragone con il DEF di aprile, il governo Draghi aveva stimato per quest’anno un’inflazione del 5,8%. Sulla base del dato di ottobre invece l’inflazione acquisita è già arrivata all’8%. Cosa significa una riduzione del potere d’acquisto maggiore del 50% rispetto quanto stimato; ciò si abbatte non solo nella riduzione dei consumi ma anche sui costi extra nelle uscite dello Stato stimate in base ai maggiori esborsi per l’INPS.
Nel frattempo, lo Stato potrà contare su un gettito fiscale più elevato derivante a prezzi più alti dall’incremento in termini assoluti dell’Iva. Grazie a essa, il Governo Meloni disporrà di quasi 10 miliardi di euro lordi in più di margine di manovra sui conti pubblici. Naturalmente il Governo dovrà mettere conto tutte le spese derivante dal prezzo del gas e dalle relative compensazioni per famiglie e imprese. Alcune decisioni stanno rivelando spaccature nell’assetto dell’Unione europea. Sono un esempio le mosse tedesche:
Lo scudo da 200 miliardi annunciato a fine settembre per aiutare le famiglie e le imprese tedesche contro il caro bolletta, e lo scudo antimissilistico annunciato a metà ottobre con 14 altri stati membri dell’Ue senza Francia e Italia. Il primo compromette il mercato unico dell’Ue e la parità di condizioni per le imprese di altri paesi. Il secondo è basato sui Patriot americani e gli Arrow 3 israeliani a danno del sistema franco-italiano Samp/T.
La Germania sta imboccando un ripiegamento a vantaggio nazionale prima che la nave affondi? La scorsa settimana in una intervista al Financial Times il ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner, ha bocciato l’idea di lanciare un nuovo strumento di debito comune per aiutare gli stati membri ad affrontare la crisi energetica. Sarebbe troppo aiutare alcuni paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia senza il vantaggio corrispettivo di Germania, Belgio e Francia. Oggi essi si indebitano a un tasso inferiore dell’Ue sui mercati. Diversamente lo spread tra il Btp decennale italiano e i titoli equivalenti dell’Ue è di circa 120 punti base.