Non tutti sanno che adesso c’è il diritto al risarcimento in caso di licenziamento: ecco che cosa puoi fare
Perdere il proprio lavoro non è mai una bella notizia, sia dal punto di vista economico che emotivo. In molti casi ci si trova senza un’occupazione in maniera improvvisa e questo porta a dover affrontare delle difficoltà incredibili.
Tuttavia, non tutti sanno che in molti casi è possibile chiedere un risarcimento economico per via di un eventuale licenziamento. Si tratta infatti di una possibilità interessante che può essere davvero utile. Grazie al supporto di alcune informazioni fornite dai CAF, infatti, vogliamo chiarire questo punto e spiegare in quali circostanze viene riconosciuto questo diritto.
Tra i casi più comuni per l’ottenimento del risarcimento vi è quello del licenziamento tardivo per motivi disciplinari. Secondo la legge, infatti, il datore di lavoro – in caso di comportamento illecito da parte del lavoratore – deve effettuare le contestazione disciplinare in tempi piuttosto brevi. Si tratta di un principio di tempestività che deve essere garantito al lavoratore. Il dipendente ha il diritto di difendersi in maniera adeguata e di non restare in una situazione di incertezza. In caso di notifica di licenziamento o contestazione tardivo, il provvedimento è nullo.
Si tratta di una circostanza presa in esame dalla Corte di Cassazione. I giudici hanno infatti chiarito che in questi casi al lavoratore non spetta la reintegrazione nel posto di lavoro, ma ha comunque diritto ad un risarcimento proporzionato al danno subito. Secondo quanto stabilito, il criterio della tempestività non è assoluto, ma relativo. Questo vuol dire che vi deve essere un certo margine di ritardo che può essere giustificato dalla complessità relativa alle indagini interne, o dalla struttura organizzativa aziendale.
Ad ogni modo, quando non vi è alcuna giustificazione per il ritardo, o quando questo è eccessivo, allora il licenziamento appare illegittimo. Pensiamo, ad esempio, a quando un datore di lavoro ha già raccolto le prove necessarie per procedere al licenziamento, ma decide di agire solo dopo alcuni mesi. Allo stesso tempo, licenziare un lavoratore per via di un comportamento che in passato è stato invece tollerato o considerato accettabile nell’ambiente aziendale è considerato comunque illegittimo. Dunque, chi ritiene di essere stato vittima di un licenziamento tardivo o ingiustificato, deve consultare esperti del settore, come i CAF, per poter assicurarsi supporto e far valere i propri diritti anche in questo caso.
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