La possibilità di consolidare dei licenziamenti in massa con tanto di stipendi da restituire, è un incubo che diventa realtà. Meglio approfondire questo cavillo.
Dire che basta comportarsi bene sul posto di lavoro per far fronte ai licenziamenti in massa è una bugia. Il mondo del lavoro ha sempre le sue novità, ma questi aggiornamenti mettono non poco in crisi anche coloro i quali hanno da sempre creduto di comportarsi correttamente, e invece… sono sulla strada sbagliata! Qual è il cavillo che molti sottovalutano?
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Pubblico o privato che sia, perdere il proprio lavoro in questa fase storica è un danno senza precedenti. Già riuscire a conseguire un’occupazione è un miraggio, figuriamoci reinventarsi in un Paese come l’Italia che è vecchio e dedito alla mera burocrazia che rallenta le assunzioni. Il mito del “self-made-man” nel contesto odierno non esiste, e nemmeno per il prossimo futuro.
I licenziamenti in massa sono un incubo, e si stanno già esaurendo. La motivazione? Non è solo una, o meglio c’è un atteggiamento che ultimamente sta diventando casus belli della guerra al mantenimento del proprio posto di lavoro. È bene però puntualizzare che la questione attiene ad aspetti inerenti problemi cronici e critici che non sono più da sottovalutare.
Come far fronte ai licenziamenti in massa? Guida per non perdere il lavoro
Non basta far fronte ai licenziamenti in massa, quanto alle conseguenze. È attorno all’ultimo aggiornamento che si fa il punto della situazione. Ovviamente, non si rientra solo nel penale, ma il civile e disciplinare è in ogni caso di trasgressione, garantito! L’atteggiamento in questione è deplorevole, ma per molti non pare essere motivazione di licenziamento…
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Ci sono conseguenze penali, civili e disciplinari se il dipendente utilizza il computer aziendale per scopi definiti illeciti! Molti licenziamenti in massa, si stanno consolidando proprio per questo.
Dal punto di vista disciplinare conseguono ammonizioni scritte, multe trattenute in busta paga, sospensioni, o anche trasferimenti in altre sedi. I licenziamenti sono posti per casi gravi e reiterati nel tempo. Si parla di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo.
Tra le conseguenze civili si cita il risarcimento di danni patrimoniali e non causati all’azienda. Ad esempio, se nell’uso improprio ci sono stati danni informatici o perdita di dati. Peggio ancora per la responsabilità da atti illeciti, come la diffamazione, reato gravissimo.
I peggiori provvedimenti sono certamente quelli penali, che subentrano quando si usa il pc dell’azienda per compiere un accesso abusivo in aree non autorizzate. Ancora nei casi di peculato d’uso o per danneggiamento di sistemi informatici.
La policy aziendale va rispettata, e il pc va usato solo per scopi professionali. Chi perde il lavoro per situazioni del genere spesso sfoga tramite i social il malessere, parlando di “raccomandati salvaguardati”. La rabbia è un’emozione che non va invalidata, ce lo si può aspettare, ma non si può inveire trasgredendo altre norme… quelle del buon gusto e dei limiti della legalità!