Licenziamenti facili: mazzata per i lavoratori con la sentenza del 7 Gennaio, cosa consigliano i Caf

Salvaguardarsi in maniera opportuna davanti ai licenziamenti facili compiendo i giusti passaggi. Cosa devono aspettarsi i lavoratori?

Per i dipendenti non si prospetta un inizio anno sereno, specie dopo la sentenza datata al 7 gennaio. Il 2025 potrebbe essere un osso duro, ma c’è un modo per affrontare ogni difficoltà. La mazzata riguarda la condizione dei lavoratori,  o meglio sarebbe più opportuno indicare “gli elementi” che ne contraddistinguono il profilo. Alzare la guardia non basta, perché l’informazione è sempre al primo posto, e in questo momento si rivela l’arma vincente per chi deve tutelare i propri interessi e diritti.

sfondo con datore di lavoro e licenziamenti e focus con martelletto giudice
Licenziamenti facili: mazzata per i lavoratori con la sentenza del 7 Gennaio, cosa consigliano i Caf- Trading.it

L’aspetto più sconvolgente riguarda molto probabilmente la tempistica, perché la modifica in questione rappresenta appieno la metafora del “fulmine a ciel sereno”. Infatti, il provvedimento piomba in maniera inaspettata e apparentemente irreprensibile sul destino dei lavoratori che vedono sempre più frequentemente dei licenziamenti definiti come “facili”.

La concezione di comune che essere licenziati riguardi solo “fatti gravissimi”, sta per decadere. Questo, comporta fare una riflessione legata al senso di precarietà vissuto dall’individuo che mai come adesso vive la “Dialettica illuministica” studiata e condivisa da Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, sociologi di fama internazionale. L’uomo connesso solo al suo lavoro, che non lo eleva, ma lo prevarica e lo rende ossessionato dal proprio ruolo. Problema maggiore è che la mancanza di stabilità rende malsano questo vissuto ossessivo.

Essere mandati via dal posto di lavoro non è per niente una notizia piacevole, specie se in ballo non ci sono del tutto le condizioni che lo permettono. Significa trovare la strada per tutelare la propria persona e posizione. Il lavoro “nobilita l’uomo”, diceva Charles Darwin, ma la società contemporanea a volte lo “debilita” come già detto, davanti una quotidianità che ne delude ogni aspettativa. Come difendersi?

Ancora una volta sono i CAF a mettersi dalla parte più danneggiata, quella dei lavoratori. Soprattutto sono questi ultimi che consigliano anche al dipendente più tranquillo, di non abbassare assolutamente la guardia. Perché laddove si parla di “sicurezza”, c’è l’ombra della recessione del contratto di lavoro.

Come gestire i licenziamenti facili? La soluzione a portata dei lavoratori

È l’ordinanza numero 172 del 07.01.2025 a definire questo nuovo assetto. Com’è possibile che si stia intraprendendo una misura che sia poco incline ad aiutare i lavoratori? La ratio è legata ad una più efficace disciplina dei rapporti di lavoro, contraddistinti da una condizione di trasparenza e miglior gestione, incrementando a sua volta il profilo del dipendente sul piano della qualità professionale. Ma quali sono i punti toccati dal provvedimento in entrata?

licenziamenti facili scena tra datore e dipendenti
Come gestire i licenziamenti facili? La soluzione a portata dei lavoratori- Trading.it

Sulla bilancia della convenienza, con gli elementi evidenziati, a primo acchito si evince che la misura in questione verte più dalla parte del datore di lavoro. Quindi, di conseguenza, il provvedimento lo tutelerebbe davanti a possibili addebiti ingiustificati da parte del lavoratore, i quali danneggerebbero fortemente l’andamento della propria impresa e di tutto il lavoro annesso.

Così, la Cassazione conferma che quando il licenziamento è contraddistinto dalla presenza di più di questi addebiti, è il dipendente a dover a sua volta dimostrare che questi elementi, se non valutati insieme, non sarebbero in grado di rendere legittimo il licenziamento. Da un caso concreto è possibile comprendere a cosa si fa riferimento.

Soluzione per i dipendenti: cosa consigliano di fare i CAF davanti l’ultimo aggiornamento

Un lavoratore ritiene che il recesso del rapporto di lavoro, e quindi il licenziamento, non sia legittimo davanti le diverse inadempienze da lui compiute. Allora, decide di impugnare il provvedimento. Trattandosi di questioni come “l’omessa tempestiva comunicazione dell’assenza per malattia”, o ancora casi nei quali non c’è stato l’immediato inoltro del certificato medico, per decisioni e azioni non legate direttamente alla responsabilità del singolo, ecco che il dipendente ritiene di doversi difendere a modo, tutelando il posto di lavoro.

confronto con CAF
Soluzione per i dipendenti: cosa consigliano di fare i CAF davanti l’ultimo aggiornamento- Trading.it

Da quanto emesso, è chiaramente evidente che si tratti, da parte del lavoratore, di un licenziamento che non avrebbe motivo di esserci, dal momento in cui ritiene che essere licenziati per aver inviato tardi un documento per malattia, è per lui inaccettabile. Il punto è che secondo la Cassazione, se ciò si ripete con costanza e in maniera perpetua, ecco che le conseguenze non possono essere altrimenti. Lo stesso datore di lavoro deve avere nelle mani gli elementi che servono per tutelarsi.

Ma ancora però ci sono casi che vanno ben oltre il ritardo. Il licenziamento potrebbe avvenire per aver recato offesa ad un collega, per abbandono del posto di lavoro, o per l’uso di documentazione falsa, anche nella certificazione medica. È chiaro che questi moventi sono ben più gravi, e che giustificherebbero la rigidità del provvedimento.

Infatti, è proprio davanti questi elementi che la Corte d’Appello rigetta la richiesta del lavoratore. Soprattutto perché essa ritiene che i comportamenti riportati, sia se considerati in maniera individuale, che insieme, incarnino delle azioni gravissime che determinano la perdita di fiducia da parte del datore di lavoro. Nello specifico, l’ordinanza conferma che se ci sono diversi casi rilevanti e accertati, basta ciò come base idonea alla conseguenza.

La novità sta anche nel fatto che secondo i Giudici di legittimità non è il datore a provare di aver licenziato per condotte illecite. Dovrà essere il dipendente a provare che queste azioni solo congiuntamente concernono il licenziamento. Perché se riesce a provare che singolarmente non consentono questa conseguenza, potrebbe avere la meglio. I CAF consigliano di allertare i propri avvocati e di insistere su questo aspetto, da non sottovalutare solo perché poco noto.

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