Libretti postali, su che cosa avvengono i controlli fiscali in merito e qual è il modo corretto di utilizzarli.
Viviamo in un’epoca di forte crisi economica, dove numerose realtà, familiari e imprenditoriali, sono messe duramente alla prova.
Molte famiglie, ma anche aziende, faticano ad andare avanti, ad auto gestirsi, e questo, indubbiamente, crea problemi non indifferenti. Uno dei modi più utilizzati per cercare di affrontare avversità come momenti di crisi economica, è di certo risparmiare.
Mettere da parte dei soldi è infatti importante, per potersi ritrovare una somma a cui attingere nei momenti di difficoltà, quelli in cui, chiaramente, si hanno meno risorse. Negli ultimi anni, di questi cosiddetti momenti ve ne sono stati parecchi, a partire dalla crisi scatenata dall’emergenza Covid19, per arrivare ai giorni nostri.
Molte persone, comunque, tra i metodi di risparmio che usano, si affidano al libretto postale. Si può decidere di farlo cartaceo, oppure digitale. In particolare, quest’ultimo, il Libretto Smart, è consultabile online e per aprirlo è possibile farlo sul web oppure in Ufficio Postale.
Con l’identità digitale SPID, si può aprire molto rapidamente. Con il deposito Super Smart, inoltre, si possono aumentare i risparmi.
Molte persone, in modo del tutto errato, credono che mettere da parte soldi sul libretto postale, possa tenerli al riparo dai controlli del Fisco.
Un pensiero alquanto fuorviante, perché chiaramente non è assolutamente così. Quello che forse non tutti sanno, è che l’Agenzia delle Entrate mette in campo una serie di strumenti per controllare i contribuenti, e tra questi c’è il cosiddetto risparmiometro.
Esso si usa, per l’appunto, per tenere d’occhio i depositi di denaro sui conti correnti e sui libretti di risparmio delle Poste. Proprio sui libretti postali, i controlli non avvengono con chissà quale frequenza, ma possono tranquillamente essere eseguiti.
In particolare, essi sono soggetti a controllo, nel momento in cui il Fisco nutra dei sospetti su determinati movimenti. I controlli, quindi, potrebbero scattare quando si oltrepassa una certa somma di prelievo oppure anche di versamento. In genere, la cifra che fa partire le verifiche è 1.000 euro.
Per evitare di incappare in problematiche con l’Agenzia delle Entrate, è sempre bene usare questo libretto per mettere soldi da parte, e non farlo fungere da conto corrente, su cui eseguire movimenti frequenti.
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